Appaiono titoli allarmanti (*) riguardo al rischio chiusura delle scuole paritarie; l’entità delle paventate chiusure viene indicata non in numero ma in percentuale, che varia dal 30%, al 50%, fino al 1 00%; è da presumere che dietro agli allarmi non ci siano rilevazioni e dati affidabili, ma solo sensazioni e stime di massima, grossolane, anche esagerate.
Di conseguenza allarmi e richieste di sussidi statali risultano sminuiti, poco credibili e privi di seguito, almeno finora.
Potrebbe perciò risultare utile una raccolta di dati affidabili e controfirmati; i gestori delle paritarie potrebbero auto-organizzare un Modello di Autocertificazione essenziale ma esaustivo sulla situazione generale delle loro scuole, indicando in particolare i danni economici contingenti dovuti alla pandemia assieme allo loro stima motivata del calo delle iscrizioni.
Ancora i gestori potrebbero organizzare un secondo Modello di Autocertificazione destinato ai genitori – ma di compilazione facoltativa – anch’esso comprovante i danni economici dovuti alla pandemia.
Tali Modelli di Autocertificazione, se in numero adeguato, potrebbero dare consistenza e validità ai numeri e alle percentuali diffuse finora, potrebbero anche fugare dubbi e sospetti.
L’ipotesi di Autocertificazione si intende diretta a: Usmi, Cism, AgenSir, Avvenire, Famiglia Cristiana, tempi.it, ilsussidiario.net, AGeSC, CdO Opere Educative, CNOS Scuola, CIOFS scuola, FAES, FIDAE, FISM e alla stessa CEI.
Vincenzo Pascuzzi
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(*) Alcuni dei titoli allarmanti:
– ” Scuole paritarie, il 30 per cento a rischio chiusura”
– “il 30% destinato alla chiusura senza un intervento serio dello Stato”
– “Pandemia, bancarotta scuole paritarie: 1 su 3 non riaprirà”.
– “Coronavirus, scuole cattoliche a rischio chiusura, il 50% non riaprirà a set