“Troppo vivace, bisognoso di molta attenzione e fonte di distrazione per gli altri bambini della classe”, questa sarebbe stata per lo più la giustificazione con la quale il gestore della scuola paritaria di Olbia non avrebbe più voluto il bimbo nel suo istituto, chiedendo pure ai genitori di assumere a loro spese un educatore per il piccolo.
E allora papà e mamma, di fronte a questo strano quanto incomprensibile rifiuto e a quella particolare richiesta hanno diffidato i gestori dell’asilo, sostenendo che si tratta di una vera propria discriminazione ai danni del loro figlio.
“La situazione sta degenerando, nel senso che anche dopo la diffida formale da me presentata, nulla è cambiato e il bambino non sta ancora frequentando la scuola. Speravamo che la diffida bastasse a farli tornare sui loro passi, ma così non è stato. Si chiede di pagare un’educatrice, ma al bambino non è stata diagnosticata nessuna patologia, non ha una certificazione che ne attesti una qualche disabilità. La famiglia è in attesa di fare una valutazione neuropsichiatrica, ma al momento il bambino risulta senza alcun problema specifico, se non la sua vivacità”, così il legale dei genitori del bimbo.
Ma non solo, Ansa riferisce pure che l’avvocato della famiglia avrebbe trasmesso una ulteriore diffida una segnalazione agli uffici della Regione, competente sulle scuole paritarie alle quali eroga i contributi: “Essendo una scuola paritaria la normativa che è tenuta a rispettare è identica a quella della pubblica. Non avrebbero mai potuto allontanare il bambino a causa di una patologia, perché la scuola deve essere inclusiva”.
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