Rifiutava di indossare la mascherina in classe, arrivando a incatenarsi al banco. Per questo un ragazzo di 18 anni è stato prelevato dalle forze dell’ordine, portato nel reparto psichiatrico dell’ospedale e sottoposto a Trattamento Sanitario Obbligatorio, su firma del sindaco. La notizia si è sparsa in poche ore e ha fatto discutere non poco. Il TSO a un giovane studente colpisce i compagni di scuola (solidali con il ragazzo), gli insegnanti, i genitori e l’opinione pubblica.
Uno studente che, secondo quanto raccolto da compagni e docenti, non ha mai mostrato atteggiamenti aggressivi, ma che pare fosse influenzato da relazioni esterne sulla mancata “libertà” imposta. Alcuni insegnanti ne avevano chiesto l’allontanamento, altri non erano d’accordo.
Il ragazzo, nella sua protesta contro l’uso della mascherina, si sarebbe addirittura incatenato al banco della scuola, prima dell’arrivo delle forze dell’ordine e del ricovero in psichiatria all’ospedale di Pesaro.
La notizia, come detto, ha scatenato le reazioni non solo del mondo della scuola, ma anche della politica e delle associazioni. Ci si chiede se sia giusto arrivare al TSO per un giovane di quell’età che, seppur per una causa sbagliata, ha inscenato una protesta civile. Il Telefono Viola, che da anni si imbatte in casi di TSO a soggetti che manifestano comportamenti “non conformi”, ha dato mandato a un legale di seguire il caso, chiedendo la revoca per lo studente di Fano e auspicando che il ministero dell’Istruzione chieda spiegazioni sull’accaduto.