Abbiamo assistito, con il concorso per Dirigenti scolastici del 2017, a diversi attacchi, più o meno condivisibili, ma ognuno dal punto di vista ideologico può esprimersi come vuole. Chi invece è chiamato a rappresentare lo Stato italiano “deve” muoversi attraverso gli elementi oggettivi.
Gli elementi oggettivi della protesta in questo caso sono 2:
A) il primo aver fatto un concorso nazionale ed aver applicato regole regionali (è la ratio con cui si attribuisce il vincolo triennale discendente dal 165/01);
B) il secondo aver cambiato le regole del gioco mentre si sta ancora “giocando” ossia quando ancora la graduatoria di merito non è stata esaurita e il concorso concluso.
Non ce ne vogliano i bravi e competenti futuri colleghi ma per noi non sono loro il problema: il problema serio è che si possono “aggiustare”, “sistemare” le regole (come ad esempio modificare la legge 111/11) senza tutelare tutti e nel nostro caso prevedere un piano di rientro seguendo una graduatoria di merito. Questi sono i tipici atteggiamenti da “furbetti” che noi combattiamo nella quotidianità.
Se modifichi le regole devi garantire tutti i concorrenti.
Vi immaginate se un professore che per ottenere l’ordinariato, e che magari viene assegnato ad un’università distante migliaia di chilometri da casa, scopre che in corsa si modificano i criteri di valutazione che lo penalizzano e agevolano quelli dopo di lui?
Oppure lo Stato indice una gara di appalto miliardario, pubblica il bando e dopo l’aggiudicazione cambia le regole e assegna a chi ha fatto l’offerta meno vantaggiosa l’appalto?
O se volete, mentre si gioca una partita di calcio al 79º minuto toccare la palla con le mani non è più fallo, mentre hai dato prima 3 rigori per fallo di mano…
Non avremmo intrapreso alcuna manifestazione o alcuna rimostranza se il Legislatore avesse mantenuto le regole. Noi siamo pienamente consapevoli dell’immedesimazione organica del ruolo.
Ma a quanto pare, così leggiamo nei vari post e articoli, c’è chi vuole fare il dirigente dello stato potendo curvare la norma a proprio piacimento.
Questa è un’Italia che non ci appartiene, per cui ci distanziamo senza se e senza ma, da questi colleghi o futuri colleghi che così la pensano.
Ragioniamo con logica e quindi in senso generale. Noi siamo convinti che tali modifiche hanno creato un’enorme disparità di trattamento e quindi chiediamo, (senza fare scioperi perché le scuole non si possono permettere l’assenza dei dirigenti in questo periodo difficilissimo e senza ricorrere a manifestazioni in “presenza”) al Ministro dell’Istruzione, prof. Bianchi e al Ministro della Pubblica Amministrazione prof. Brunetta, di trovare una soluzione che tuteli tutti (compresi gli ultimi) affinché, ancorché sia necessario prestare servizio per un limitato periodo fuori regione, si possa garantire il rientro in brevissimo tempo nella regione di prima scelta ovvero quella più vicino possibile a casa ovvero in quei territori che conosci bene e dove puoi dare un contributo di crescita civile e sociale.
Si, perché questa è una battaglia di civiltà giuridica e sociale e lo Stato non può rimanere inerte. In tal senso siamo sicuri che si riuscirà a trovare, nel più breve tempo possibile, una soluzione che tuteli tutti.
Un inciso: il prossimo concorso facciamolo direttamente con graduatoria regionale!
Ritornare al più presto nei propri territori è una necessità per coloro che in essi, da docenti, hanno creato famiglia e dove hanno strutturano relazioni costruttive e hanno partecipato attivamente alla vita sociale per migliorare la qualità della vita.
Non sembri ozioso ricordare che molti di questi dirigenti fuori regione hanno garantito il diritto all’istruzione in condizioni proibitive svolgendo con passione e fiducia nel futuro il proprio delicato e ormai più che complesso compito istituzionale.
Vorremmo dire altro sulla condizione del Dirigente scolastico ma per questo ci affidiamo alle associazioni di categoria e ai sindacati tutti che hanno ben chiaro la complessità del ruolo e della sua fondamentale importanza e azione nella scuola italiana.
Benedetto Lo Piccolo
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