Un istituto superiore di Bari è finito sotto accusa da parte di alcune ex studentesse che sostengono di aver contratto la tubercolosi tra i banchi. I fatti, riportati da La Repubblica, risalgono al 2019, all’epoca precedente la pandemia da Covid. Le ragazze, contagiate dal cosiddetto “bacillo di Koch”, sono in tutto sei. Alcune di esse hanno sporto denuncia nei confronti della scuola solo dopo il diploma.
Le conseguenze della malattia
Le ex studentesse, all’epoca, avevano accusato dei sintomi come problemi respiratori, febbre, perdita di peso. Dopo una lunga serie di analisi il gruppo si è reso conto di quale fosse la malattia di cui soffriva. Questa, credono, sarebbe stata contratta proprio tra i banchi di scuola, unico luogo frequentato da tutte e sei.
Da qui le denunce, arrivate in Procura una dietro l’altra, che hanno indotto la sostituta procuratrice Silvia Curione ad aprire un fascicolo con le ipotesi di lesioni colpose aggravate (dalla violazione delle norme in materia di sicurezza sul lavoro e perché commesse in danno di più persone). In queste denunce viene fatto notare che alcune delle ex studentesse non sono ancora completamente guarite a tre anni dal contagio o hanno intrapreso una terapia farmacologica lunga ed estenuante che ha comportato effetti collaterali.
Carenza di impianti di aerazione?
Insomma, non si è trattato di qualcosa di poco conto, e le ex alunne vogliono vederci chiaro. Le indagini si concentrano sull’istituto e sulle operazioni di pulizia degli impianti di aerazione e le periodiche operazioni di sanificazione, elementi che erano praticamente in sordina prima del Covid e che dopo sono diventati di strettissima attualità.
Per accertare se qualcuno nella scuola abbia avuto delle responsabilità nella diffusione del contagio, la pm Curione ha disposto una consulenza tecnica, dal cui esito dipenderà l’evoluzione dell’indagine.