Per avvalersi della fame del migliore liceo della Grande Tunisi, centinaia di studenti se le sono date di santa ragione. È accaduto il 25 settembre nella capitale tunisina, davanti agli occhi sbarrati di tanti passanti e dei loro docenti: hanno assistito ad una sorta di guerriglia urbana, con i giovani che raccattavano e usavano tutto quello che poteva essere utilizzato come un’arma.
La battaglia è durata il tempo necessario perchè a decine restassero feriti, anche se solo cinque hanno fatto ricorso ai medici dell’ospedale dell’Ariana, dove comunque hanno cercato di minimizzare l’accaduto. I protagonisti sono stati gli studenti di due istituti d’elite: i licei piloti dell’Ariana (zona a prevalenza di residenti benestanti) e di Tunisi. Due licei d’elite nati, quando ancora in Tunisia governava Bourghiba, per formare le nuove classi dirigenti tunisine, in strutture che hanno ben presente l’esempio degli istituti francesi, a cui si ispirano. Elite significa anche competitività, e loro, gli studenti, di competitività ne hanno messa tanta in campo, sia tra i banchi di scuola sia nei confronti dei loro colleghi per ottenere la palma dei migliori. Ed è anche per questo che la selezione per entrare in questi istituti è durissima, ma con la certezza che, uscendone dopo il diploma, le università, soprattutto le migliori, spalancheranno loro le porte a coloro che dovrebbero essere destinati a reggere, domani, le sorti del Paese.
Prima le punzecchiature, poi le schermaglie, quindi gli sfottò, per finire con gli insulti e il lancio del guanto di sfida. Il tutto sulla rete, diventata ‘combat network’ senza niente più di sociale. In una guerra dei nervi e delle strategie, a muoversi per primi sono stati gli studenti del liceo sperimentale di Tunisi che hanno organizzato una vera e propria spedizione, con destinazione finale lo spiazzo antistante l’istituto dell’Ariana. Dove, dopo la prima sorpresa, hanno trovato i loro colleghi-avversari.
Lo scontro è stato cruento e quando, con ritardo, è arrivata la polizia s’è trovata davanti decine di giovani con le magliette strappate e jeans tagliati. I docenti, che avevano cercato di frenare la follia collettiva, se la sono presa con gli agenti, imputando loro di essere arrivati troppo tardi.