Per costruire il tunnel che collega i laboratori del Gran Sasso con il Cern di Ginevra (e nel quale avrebbero viaggiato i neutrini super-veloci) il Ministero dell’Istruzione ha investito non meno di 45milioni di euro: lo ha annunciato con entusiasmo l’ufficio stampa del Ministero non appena resa nota la notizia secondo cui i ricercatori impegnati nel progetto Opera hanno scoperto che i neutrini sono più veloci della luce.
Quarantacinque milioni sono una bella somma, certo, ma se si tiene conto che si tratta di un “tunnel” lungo 700 (e più) km viene da chiedersi come sia possibile spendere due-milioni di euro a km per una normalissima strada provinciale . I conti non tornano.
Il fatto è che il tunnel in questione è puramente virtuale, cioè non esiste affatto.
Come sanno anche gli studenti al primo anno di fisica, i neutrini "viaggiano" attraverso la materia e quindi anche sotto terra.
Ma la gaffe del Ministero, che ha davvero dell’incredibile, non è passata inosservata e ha fatto il giro del mondo in pochi minuti.
I commenti ironici e sferzanti si sprecano, su Facebook è stata addirittura aperta una pagina “Il tunnel della Gelmini” dove qualcuno si chiede: “Ma dov’erano i No-Tav mentre costruivano il Tunnel Gelmini ?”
I ricercatori della Rete 29 aprile commentano: “Sfidando qualsiasi senso del ridicolo e con una battuta che starebbe bene in un film di Bombolo (Sordi è già troppo intellettuale) il Ministro ricostruisce a modo suo l’esperimento che in questo momento sta smuovendo il mondo scientifico, e copre di ridicolo lei, il Ministero che guida, il Paese”.
Nella mattinata del 24, arriva la precisazione del Ministero: “Il tunnel di cui si parla nel comunicato di ieri, non può essere per nessuna ragione inteso come un tunnel che collega materialmente Ginevra con il Gran Sasso. Questo è di facile intuizione per tutti e la polemica è assolutamente strumentale”.
Peccato che il comunicato del 23 settembre, tuttora disponibile nel sito del Miur, fosse assolutamente chiaro: “Alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l’esperimento, l’Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro”.
E l’astrofisica Margherita Hack, insieme al segretario del Sisa Davide Rossi, chiede in un comunicato, riportato nella rubrica "La voce degli altri", le dimissioni del capo ufficio stampa del Miur.
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