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Turchia, continua la grande fuga da scuola per fare subito gli adulti

Abbandonare la scuola per iniziare a fare gli adulti il prima possibile: è quello che negli ultimi giorni è emerso in Turchia attraverso alcune inchieste giornalistiche. Una parte tutt’altro che marginale dei bambini, soprattutto quelli che vivono nelle aree a est del Paese, a maggioranza curda, sarebbe avviata al lavoro in età adolescenziale. Diversi crescerebbero in un contesto sociale talmente degradato da indurli a compiere crimini, quindi al carcere, condannati a scontare anni di prigione come se fossero uomini. E poi ci si sta anche una parte, seppure minima, che lascerebbe ancora i banchi di scuola per sposarsi.
Su questo tipo di situazione, appartenenti ad un’epoca certamente non moderna, si è soffermato il quotidiano “Hurriyet”, che andato a spulciare gli ultimi dati emessi dal ministero della Giustizia (anno 2008): ebbene, “su 2.622 minori dietro le sbarre – scrive il giornale – in Turchia, 1.440 subiscono lo stesso trattamento di detenuti adulti e non scontano la loro pena in istituti idonei. Fra il 2006 e il 2007 quelli finiti sotto processo secondo la legge anti terrorismo per aver tirato sassi contro la polizia sono stati 1.056. Di questi 208 sono finiti in carcere. L’ultima, una quindicenne curda, a gennaio è stata condannata a otto anni di prigione”.
Nel rapporto 2009 sui progressi della Turchia, la Ue cita il sistema giudiziario minorile come una grossa fonte di preoccupazione per l’assenza di tribunali dei minori e le leggi antiterrorismo che accusano di terrorismo i bambini che partecipano a manifestazioni, nel sud e nel sudest del paese. Un recente rapporto Usa sui diritti umani in Turchia punta il dito sul sistema giudiziario minorile per i bambini accusati di terrorismo, sui matrimoni tra bambini, sul lavoro minorile e sull’accesso dei minori all’educazione e ai servizi sanitari. Il governo sta preparandosi a cambiare le leggi antiterrorismo per i minori, riducendo le pene per chi lancia pietre e inviando i bambini ai tribunale dei minori, ma per Sahin Antakyalioglu, presidente Centro Diritti Minori di Ankara, non basta, perchè la Turchia viola la Convenzione Onu sui diritti dei minori, di cui è firmataria. “I bambini possono essere giudicati dai tribunali minorili, ma non serve a niente se non vengono esclusi completamente dalla giurisdizione della legge antiterrorismo. Non vanno considerati terroristi e dovrebbero essere giudicati solo per il lancio delle pietre“.
Critica anche la situazione per quanto riguarda il lavoro: sempre secondo statistiche ufficiali, si calcola che i bambini fra i 6 e i 17 anni che lavorano fin Turchia siano 960.000.
Il governo islamico-moderato sta cercando di fronteggiare la situazione, con una campagna per incentivare la scolarizzazione.
Ma, secondo gli addetti ai lavori, intervistati sempre dal quotidiano “Hurriyet”, nonostante negli ultimi 10 anni la situazione sia migliorata, alle migliori intenzioni non corrispondono sempre i risultati più efficaci.
In molte aree del Paese – ha spiegato Sahin Antakyalioglu, presidente Centro Diritti Minori di Ankara –quando si parla di diritti dei minori, la Turchia fallisce il rispetto delle regole contenute nelle convezioni internazionali. Il motivo maggiore è che le persone che operano in questi sistema hanno fallito nel comprendere l’essenza delle convenzioni internazionali e il sistema di protezione dei fanciulli. La misure semplicemente rimangono sulla carta“.
E poi c’è il capitolo matrimoni precoci: ogni anno sarebbero circa 700 gli studenti turchi (in prevalenza donne) che smettono di andare a scuola per mettere su famiglia. Succede soprattutto nelle province di Agri e Diyarbakir, l’estremo est del Paese. Nonostante il fenomeno sia in diminuzione nel corso degli anni, la percentuale di coppie che si sposa prematuramente in Turchia è ancora alta. I matrimoni fra i 15 e i 19 anni erano il 15,2% nel 1998 e sono passati al 9,6% nel 2008. In Turchia l’età minima per il matrimonio è fissata a 17 anni. Per la stampa, i maggiori fattori che favoriscono questo fenomeno sono: ignoranza, condizioni economiche, violenze nell’ambito familiare e pressioni sociali. Oltre a quello delle nozze premature c’è un altro problema immediatamente conseguente: spesso le ragazze diventano madri troppo presto, con inevitabili problemi non solo nella sfera sessuale e psicologica, ma anche per quanto riguarda il loro stato di salute.
Alessandro Giuliani

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