Il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, commenta duramente le affermazioni del ministro Giannini in merito allo sciopero indetto dai sindacati domani, 20 maggio.
“Attuare al meglio la legge 107, equivale ad aprirsi al dialogo ed al confronto – dichiara Turi – è il contratto che può governare le rigidità e le contraddizioni di questa legge.
“E’ singolare, prosegue Turi, che il ministro valuti la legittimità o meno di una protesta. Tanto più di uno sciopero, che rappresenta la più ampia forma di democrazia partecipativa, alla vigilia del quale, la politica ed il ministro dovrebbero semplicemente prendere atto.
Turi, che domani sarà a Napoli dove è stato organizzato un corteo che partirà alle 10.00 da Piazza Dante per raggiungere alle 11.00 Piazza Matteotti dove si svolgerà il comizio, sottolinea anche che non c’è un mondo ideale in cui qualcuno pensa e possiede la verità e gli altri si devono adeguare ed eseguire. Vogliamo ricordare – aggiunge il segretario generale della Uil Scuola – che i contratti nascono proprio per definire, in modo rapido e flessibile, regole condivise che riguardano i diritti ed i doveri dei lavoratori. La legge del Governo sulla scuola, la 107, nella sua rigidità, interviene impropriamente su questi diritti, compresi quelli di natura sindacale, che sono riconosciuti dalla costituzione, troppo spesso ignorata”.
“In tema di rinnovo di contratto, prosegue il numero uno Uil Scuola, l’interlocutore è l’intero governo, non questo o quel ministro, che con l’atto di indirizzo all’Aran dovrà esprimere le scelte per i rinnovi contrattuali che non hanno natura solo finanziaria, ma anche giuridica”.
In conclusione la proposta di Turi per superare le rigidità della legge 107: “le contraddizioni e le incursioni legislative delle varie finanziarie e della stessa legge 107, potrebbero trovare, proprio nella sede contrattuale, quelle soluzioni che consentano di superare l’attuale situazione di stallo che sta caratterizzando, oltre gli annunci, la gestione della scuola di questi ultimi nove mesi di vita della legge”.