La trattativa per il contratto scuola entra nel vivo. Si susseguono le indiscrezioni (clicca qui per l’ultimo punto della Tecnica della Scuola) circa il buon esito della trattativa all’Aran tra l’amministrazione centrale e i sindacati.
Dopo l’incontro interlocutorio del 4 gennaio, giovedì 11 alle 14.30 le parti si rivedranno: non sono esclusi ulteriori passi in avanti per una trattativa che, nelle intenzioni del Miur, si deve chiudere il prima possibile per inserire gli arretrati già nella busta paga di febbraio.
A La Tecnica della Scuola, interviene il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi
La trattativa del contratto scuola procede tra mille indiscrezioni. Qual è il punto della situazione a meno di 24 ore dal nuovo incontro?
“La trattativa procede in modo abbastanza lento. Abbiamo avuto già due incontri, ma domani cercheremo di velocizzare. Non abbiamo esatta cognizione di quanto tempo ci voglia, ma all’Aran focalizzeremo l’attenzione su finanziamento e relazioni sindacali. Siamo nell’era delle fake news e le indiscrezioni si rincorrono. C’è ancora del tempo per scoprire le carte, aspettiamo le risposte da parte dell’Aran, la trattativa si decide lì. Rivendichiamo quello che già abbiamo reso noto in queste ultime ore. Non sarà semplice, lo sappiamo, ma cercheremo di strappare un buon contratto”.
Cosa intende per “buon contratto”. Cosa può essere ritenuto realmente soddisfacente dalla base?
“Beh, un buon contratto significa avere un aumento dei diritti e un pieno riconoscimento della dignità dei lavoratori. Questo è poco, ma sicuro. Sui diritti non ci tireremo indietro. Dobbiamo difendere la dignità dei lavoratori e i valori sono importanti”.
Aumenti medi di 85 euro e apertura del governo sul bonus premiale. Così si può definire un buon contratto?
“Ancora è presto per fare le dovute valutazioni su questo. Aspettiamo le prossime ore, aspettiamo di leggere un nuovo atto di indirizzo che abbiamo invocato e speriamo che tutto possa essere al suo posto. La ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, ha fatto intendere che la copertura per gli aumenti medi a 85 euro c’è. Se riusciamo anche a ridiscutere il potere dei dirigenti scolastici e far rispettare le prerogative degli organi collegiali, la vedo in discesa. La politica, per ovvi motivi, ha fretta di intensificare. Però bisogna fare attenzione. La gatta frettolosa ha fatto i figli ciechi. Fare presto, ma fare bene”.
La scorsa settimana hanno destato scalpore le sue dichiarazioni sul bonus merito e sulla carta docente tra “amici del preside” e “situazioni truffaldine”. Conferma le sue parole?
“Confermo l’idea di base anche se non ho parlato, in realtà, di amici del preside, ma di un sistema, quello del bonus merito, che facilita chi è “fedele” al dirigente scolastico. Non si tratta di amicizia, ma di “amicizia interessata”. Poi vorrei anche capire chi difende questo meccanismo. A quanto mi risulta praticamente nessuno. Per quanto riguarda, invece, la carta del docente nulla di nuovo. Si parla di situazioni poco felici, notizie di stampa risapute. C’è poco su cui ricamare”.
Un altro tema scottante dell’attualità scolastica riguarda i diplomati magistrale. Avete invocato una soluzione politica…
“Sì, guardi, quando un ricorso riguarda una persona, due persone, è una situazione inquadrabile nella sfera individuale ed è gestibile. Quando però si tratta di ricorsi di centinaia di persone è un problema che ha bisogno di una risoluzione politica. Il dramma, però, è che il Parlamento è sciolto e non può legiferare. Il problema c’è, nessun dubbio, sarebbe sciocco non ammetterlo. Il problema riguarda all’80% i docenti del Nord con Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte. Il 16 il Miur ci ha convocati e chiederemo che, nel caso in cui non ci siano contro rincorrenti, l’Avvocatura dello Stato non vada oltre. Inutile licenziare il docente con diploma magistrale che ha acquisito esperienza e anni di servizio per poi riassumerlo come precario. Al Nord la situazione è più semplice. Al Sud con 5-10% il quadro è più complicato. Ecco perché la politica deve fare presto anche in questo. Con la sentenza del Consiglio di Stato si è aperto un buco normativo. Adesso bisogna sanarlo al meglio”.
Poco considerati nel dibattito, invece, sono i componenti del personale Ata. Novità sul fronte del Modello D3?
“Questa domanda mi permette di precisare che all’interno del contratto scuola c’è anche il Personale Ata. Sembra una cosa scontata, ma non lo é. La scuola non può vivere senza il lavoro del personale tecnico amministrativo. Banale dirlo, forse, ma è così. La scuola, nel corso degli anni, è sempre più diventata un centro pieno di burocrazia, leggi e contro leggi. Ancora le segreterie sono impegnate nel vaglio delle domande delle graduatorie di terza fascia e non abbiamo ancora riscontri, ad oggi, sul modello D3. Bene, però, che il governo abbia, con nostro imput, rinviato all’anno successivo la validità delle graduatorie d’istituto”.
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