Turismo scolastico: giro d’affari milionario!

Quando si toccano certi argomenti che hanno scarsa attinenza con la didattica ma molto con un cospicuo giro d’affari, come quello che circola intorno al cosiddetto turismo scolastico, c’è il serio rischio d’imbattersi in un levata di scudi specialmente da parte di chi, in questi anni, da quest’attività ha ricavato benefici economici – e qui il discorso sarebbe molto più ampio di quanto si possa pensare – o comunque ha potuto sopperire alla crisi che ha investito anche il settore turistico in Italia.
Stando infatti agli ultimi dati pubblicati dall’osservatorio sul turismo scolastico del Touring Club il giro d’affari complessivo per i viaggi d’istruzione di scuole medie e superiori in tutto il Paese, che nell’anno scolastico 2012-2013 ha interessato solo 1,4 milioni sui 4,5 milioni di studenti di scuole pubbliche e private, meno dunque di uno studente su tre, si è attestato intorno ai 350 milioni di euro, con una contenuta flessione rispetto agli anni precedenti quando aveva toccato i 400 milioni di euro.
Ma chi sborsa tutti questi quattrini? La maggior parte, stante le note difficoltà economiche della scuola in generale, provengono dai bilanci, sempre più magri, delle famiglie italiane, molte delle quali con diversi figli in età scolare.
Basti considerare che il costo medio di viaggio a studente delle scuole superiori viene indicato intorno ai 283 euro, costo che scende a 186 euro per le scuole secondarie di primo grado.
E con quali benefici dal punto di vista didattico ed educativo, aspetto che costituisce la precipua finalità dell’attività scolastica? A questa domanda si può solo al momento rispondere richiamandosi agli orientamenti e suggerimenti operativi del ministero competente, contenuti, per ultimo, nella nota prot. n. 2209 de ll’11/04/2012, nella quale si ribadisce che: ”nel richiamare le istituzioni scolastiche alla priorità di garantire la tutela dell’incolumità dei partecipanti, come del resto ribadito dalla più recente giurisprudenza, si ritiene opportuno precisare che l’effettuazione di viaggi di istruzione e visite guidate deve tenere conto dei criteri definiti dal Collegio dei docenti in sede di programmazione dell’azione educativa (cfr. art. 7, D.lgs. n. 297/1994), e dal Consiglio di istituto o di circolo nell’ambito dell’organizzazione e programmazione della vita e dell’attività della scuola (cfr. art. 10, comma 3, lettera e), D.lgs. n. 297/1994)
“Sarebbe molto interessante poter disporre di dati obiettivi e certi che possano consentire di valutare se tali indicazioni vengano tenute nella giusta considerazione, e sempre, o se invece le scelte per lo svolgimento di tale attività, che non è obbligatoria, discendano da fattori che poco o nulla hanno a che vedere con la “programmazione del l’azione educativa” o con “l’organizzazione della vita e dell’attività della scuola”. Anche considerando l’aspetto non secondario che, oltre alle somme annuali appena indicate relative al giro d’affari del turismo scolastico, ci sono da considerare, per l’aspetto economico, le ore di lezioni effettive che non vengono effettuate benché, com’è naturale che sia, comunque vengano corrisposti gli emolumenti dovuti al personale in servizio.

 

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