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Tutte le donne di Napoleone nel libro di Necci: Al cuore dell’impero

Letizia Ramolino, ovvero “Madame Mère”, e poi Paolina, Carolina, Giuseppina, Maria Walewska, Maria Luisa d’Asburgo: le donne che fecero l’imperatore Napoleone Bonaparte ma che l’imperatore rese celebri, tanto che Alessandra Necci, collaboratrice di Rai Stria e Cavaliere al merito delle Repubblica, dedica loro un libro, “Al cuore dell’Impero.

Napoleone e le sue donne, fra sentimento e potere”, Marsilio Specchi, che di seduzione è pieno, e non solo perché si  intrattiene su cotali donne, ma anche, e soprattutto, perché scruta nella intimità della loro essere amiche, amanti, confidenti, sorelle, madri e talvolta pure nemiche e ribelli di questo genio della politica e dell’arte militare che di sé e delle sue gesta incendiò un quarto di Secolo.

Forse Beethoven, scrivendo la sua Terza sinfonia, non pensava a loro, alle loro trame o ai loro turbamenti, ma alle tempeste “eroiche” che Egli scatenò in Europa, mentre l’autrice coglie il Bonaparte a Sant’Elena, affranto, seduto presso le onde che si frangono sulla scogliera, e in attesa dell’ultimo vascello verso gli Elisi. Iniziano da qui, dalle memorie di N., le sei biografie di queste dame, dense di fatti, cronache, con qualche inevitabile leggenda, regolarmente riportata, che rendono il libro una sorta di romanzo nel quale la “Fatalità”, quella singolare parola trovata tra le pietre di “Notre Dame de Paris”, sembra il filo conduttore che alla fine porterà alla caduta dei Bonaparte nel Walhalla nibelungico.  

“Madame Mère”, Letizia Ramolino Bonaparte, è comunque la donna che più delle altre segna la vita del figlio “Nabulio”; coraggiosa e  determinata dirige il frastagliato, ambizioso, avido di potere clan corso, con intelligenza e lungimiranza, proponendo matrimoni e alleanze dinastiche, soccorrendo laddove c’è una crepa. Determinata e ambiziosa Elisa, sposa Baciocchi, che, da granduchessa di Toscana, dopo il 1814 si ritrovò relegata a Trieste dove, nel 1823, venne raggiunta da Carolina, traditrice e spergiura, già vedova di Gioacchino Murat.

Eterea, più che “etera”, Paolina Borghese, le cui nude bellezze Canova mostrò al mondo. Seguono le mogli di N, a cominciare dal grande amore della sua vita, la creola Giuseppina de Beauharnais, abbandonata per prendere  in moglie Maria Luisa d’Asburgo che gli diede  l’agognato erede; e infine il candore dell’amante fedele e romantica, di Maria Walewska, appassionata dell’uomo straordinario e forte, mentre in un angolo del suo estremo esilio appare il fragile e tenero sentimento per la giovane Betsy Balcombe, l’ultimo approdo d’affetto nell’ultima isola sperduta nell’Oceano immenso.

Pasquale Almirante

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