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Tutti a scuola da 3 a 18 anni, più soldi ai docenti con scatti automatici “gonfi”: per il Pd la riforma dell’Istruzione è questa

Sulla scuola il Partito democratico stavolta sembra avere le idee chiare: nella prossima legislatura bisognerà aumentare gli anni di formazione scolastica obbligatoria, portandoli da 12 a 16 anni. Come pure adeguare gli stipendi dei docenti a quelli dei colleghi europei. A ribadirlo, in un intervento a Radio Capital, è stato il leader dei dem, Enrico Letta, al quale è stato chiesto di commentare le parole del leader della Lega Matteo Salvini, secondo il quale l’estensione dell’obbligo scolastico sarebbe una scelta stalinista.

La scuola inizia a 3 anni, non a 6

Secondo il numero uno del Pd quelle di Salvini sono solo “parole in libertà”, perché “oggi l’obbligo scolastico è 6-16 anni, troppo poco ed è una delle ragioni per cui l’istruzione nel Paese funziona solo in parte”.

Encrico Letta è convinto, invece, che “dobbiamo investire sulla scuola, sull’educazione: tutte le ricerche dicono che si comincia a 3-4 anni a formarsi”, quindi già dalla scuola dell’Infanzia.

Il leader dei democratici torna sull’aumento delle buste paga dei docenti: già nei giorni scorsi aveva detto che il Pd ha intenzione di investire con il prossimo Governo fino a 10 miliardi di euro per questo motivo. Da una stima della Tecnica della Scuola, ogni docente riceverebbe in media, entro il 2027, non meno di 300 euro netti al mese.

Si agisca sugli “scatti” periodici, altro che meritocrazia!

“La nostra proposta principale – ha aggiunto Letta riferendosi al programma del Pd sulla scuola per la prossima legislatura – è che in cinque anni i nostri insegnanti abbiano stipendi in linea con il resto dell’Ue: oggi manca la progressione sufficiente e finiscono con stipendi non adeguati”.

L’intenzione del partito guidato da Letta è quindi quello di innestare gli aumenti all’interno degli “scatti” stipendiali automatici, prendendo quindi le distanze dalla riforma sulla formazione, voluta dallo stesso Pd e dal ministro Patrizio Bianchi (con un passato importante tra i dem), che prevede incentivi (previa formazione volontaria su modelli didattici innovativi) solo per il 30-40% dei prof o per non più di 40mila docenti su 850mila che diventeranno “esperti” e meritevoli di oltre 5.600 euro in più l’anno (seppure solo dal 2032!).

Ricordiamo che gli aumenti periodici sono quelli che, a partire dal nono anno di carriera, in effetti oggi rallentano la carriera dei docenti portando al massimo un incremento del 50% rispetto allo stipendio iniziale (mentre in altri Paesi europei l’aumento negli anni è più rapido e anche di oltre il doppio le buste paga di inizio carriera).

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Alessandro Giuliani

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