Sta suscitando molto interesse la notizia che il Governo avrebbe deciso di affrontare e risolvere una volta per tutte la questione degli appalti di pulizia affidati a cooperative che impiegano i LSU nelle scuole.
Secondo le voci che si stanno diffondendo in rete sembra addirittura che fra pochi mesi tutto questo personale, 12mila collaboratori scolastici, potrebbe essere assunto stabilmente dal Ministero dell’Istruzione.
Tutto sarebbe scritto nella risoluzione 37 approvata il 1° agosto dalle Commissione Cultura e Lavoro della Camera per iniziativa dell’onorevole pentastellato Luigi Gallo, presidente della stessa Commissione Cultura.
Ma proprio così che stanno le cose?
Per la verità va detto che l’atto della Camera altro non è che uno dei tanti ordini del giorno che vengono approvati da questa o quella Commissione (in alcuni casi anche dall’aula) ed ha certamente un rilievo politico ma che non ha nessuna ricaduta legislativa immediata.
La risoluzione, ad ogni buon conto, impegna il Governo ad “adottare iniziative per porre fine all’attuale sistema di esternalizzazione dei servizi di pulizia e di vigilanza nelle scuole” e “ad assumere iniziative per assorbire il personale degli appalti dei servizi di pulizia riconducibili ai lavori socialmente utili e ai cosiddetti ‘appalti storici’ degli enti locali attraverso una procedura concorsuale riservata per titoli e servizi come già realizzato per la provincia di Palermo”.
Le Commissioni chiedono anche per i lavoratori impegnati in lavori socialmente utili si preveda l’inserimento nelle relative graduatorie statali e che si proceda anche all’assunzione a tempo indeterminato del personale con funzione di assistente amministrativo o tecnico.
Tutte operazioni che, per essere portate a termine, necessitano di una precisa previsione di legge oltre di adeguati stanziamenti. Se ne parlerà quindi, nella migliore delle ipotesi, quando si parlerà della prossima legge di bilancio.
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