Dopo Massimo Gramellini, sul Corriere della Sera, anche i vertici del Miur stigmatizzano la decisione del portiere del Milan, Pierluigi Donnarumma, di non svolgere la maturità.
A prendere posizione contraria è il sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi, secondo cui è “immotivato” il rifiuto di Donnarumma di svolgere le prove finali dell’Esame di Stato.
Per il sottosegretario, riporta l’Ansa, “dopo un anno d’impegno, è un messaggio negativo per i ragazzi ma assurdo anche per lo stesso Donnarumma che ha studiato questi cinque anni per diplomarsi”.
Secondo Toccafondi, “la scuola è utile per la vita, forma la coscienza critica, serve per crescere, si acquistano conoscenze e competenze che ti serviranno per tutta la vita, la scuola non è semplicemente una percorso per trovare lavoro, è molto di più. Mi spiace molto – dichiara – della scelta del calciatore, ma soprattutto del ragazzo, Donnarumma, anche perché la scuola è venuta incontro a chi ha degli impegni di carattere agonistico e sportivo”.
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“I personaggi famosi, come Donnarumma, devono comprendere – continua Toccafondi – che c’è un messaggio che passa dal loro comportamento che i più giovani guardano e osservano. Non voglio gettare la croce su un ragazzo di 18 anni, tutta la vicenda mi fa chiedere da cosa sono mossi i vari procuratori che consigliano e supportano i calciatori. La scuola è utile per la vita per un percorso e chi gli ha consigliato di non fare l’esame non lo ha aiutato in questo percorso”.
Il rappresentante del Governo ricorda anche che il Miur tre anni fa ha deciso di sostenere gli studenti atleti inserendo norme che consentono a tutti i ragazzi “che hanno la volontà, che non sono consigliati male”, di poter finire la scuola.
“Il 25% delle ore di lezione si possono svolgere attraverso un metodo E-learning, il docente registra la sua lezione in diretta in classe e il ragazzo la può seguire in altro luogo e momento, le società sportive mettono a disposizione un tutor che segue il ragazzo quando non è a scuola e il consiglio di classe a inizio anno certifica il percorso individuale per il ragazzo studente e atleta, non un privilegio ma la possibilità di studiare e continuare a coltivare il proprio talento sportivo” spiega il sottosegretario per il quale tuttavia “tutte queste novità sono nulle se continuano a esserci personaggi che consigliano di lasciare la scuola e inseguire contratti e fama”.
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