L’idea è di creare una pagina Facebook in cui magistrati, forze dell’ordine, avvocati, docenti universitari, criminologi si mettono a disposizione di genitori e insegnanti per aiutarli ad affrontare episodi di cyberbullismo e le questioni sollevate dal rapporto tra la tecnologia e i ragazzi.
“Vogliamo dar vita a uno spazio protetto che ha lo scopo di trovare soluzioni, idee e proposte – spiegano i promotori – Garantiremo il nostro tempo libero e un sostegno qualificato, ma senza andare di persona nelle scuole perché spetta a genitori e insegnanti risolvere i problemi”.
Tra gli strumenti offerti, si pensa anche a dei video da proporre nelle scuole, il cui contenuto verrà calibrato a partire dalle sollecitazioni di chi chiede aiuto.
Il rischio per i ragazzi “è che possono realizzare una idea di libertà intesa come assenza di leggi e, quale pendant culturale, uno sviluppo relazionale – tecnologico dei nostri figli anche qui caratterizzato da un’assenza di leggi”.
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