Si parla parecchio, oggi, di EAS (episodi di apprendimento situato) e di flipped classroom, la didattica in cui viene “capovolto” il normale ordine sequenziale delle fasi di insegnamento-apprendimento.
Certo, la curiosità che si registra attorno a questo metodo didattico può anche dipendere dal suo essere, per certi versi, una sorta di “moda del momento”.
Ma è forse il caso di guardarvi dentro con più attenzione, perché presenta aspetti certamente interessanti per chi insegna: sul piano motivazionale, delle dinamiche cognitive e non cognitive che attiva, della sua caratura fortemente attiva, costruttiva e cooperativa, del suo rapporto con lo sviluppo delle competenze e con la metaconoscenza, del suo stimolo indiretto all’essenzializzazione dei contenuti di studio.
La Tecnica della Scuola organizza un corso, a cura di Giovanni Morello, sull’argomento
Saranno svolti due incontri di 3 ore ciascuno per un totale di 6 ore di formazione
> Giovedì 7 novembre 2019 – dalle ore 16.00 alle 19.00
> Giovedì 21 novembre 2019 – dalle ore 16.00 alle 19.00
1) IL VERO APPRENDIMENTO PERSONALIZZATO
La scuola dovrebbe essere ritagliata attorno ai nostri studenti, ma le classi sovraffollate, il poco tempo e le poche risorse a disposizione lasciano che spesso e volentieri non si applichi davvero questo principio. Con la classica lezione uguale per tutti abbiamo “sparato nel mezzo”, penalizzando non solo quelli che avevano difficoltà, ma anche le eccellenze. Grazie alla flipped classroom ogni alunno diventa davvero protagonista della propria formazione (non solo sulla carta delle programmazioni di noi insegnanti). Chi ha bisogno di guardarsi la lezione due o tre volte, può farlo tranquillamente, mentre chi è più dotato può approfondire. Davanti al video ogni studente procede con il proprio passo.
2) UN NUOVO RUOLO DELL’INSEGNANTE
La mattina l’insegnante diventa un tutor, un facilitatore, una guida per le varie esperienze laboratoriali, di gruppo o individuali. Potrà predisporre attività di recupero o consolidamento per chi ne ha bisogno, ma anche sfidare le eccellenze con qualcosa che li valorizzi davvero. Inoltre, prima d’iniziare la lezione, potrà sempre fare un rapido brainstorming per puntualizzare nuovamente quanto espresso nel video che ha fatto vedere ai suoi alunni.
3) ABBASSARE LA FRUSTRAZIONE E VINCERE L’ABBANDONO SCOLASTICO
Un alunno in difficoltà, da solo a casa di fronte ad un problema di matematica, una versione di latino, degli esercizi di grammatica, è molto probabile che provi frustrazione, e si arrenda. Quella stessa frustrazione potrebbe risucchiarlo in un vortice di insuccessi che rischierebbe di portarlo in pochissimo tempo lontano dalla scuola. Eseguire gli stessi compiti in classe, affiancato da insegnanti e compagni riduce il senso d’inadeguatezza e previene l’abbandono.
4) NON E’ VINCOLANTE
Aaron e Jon hanno iniziato con un video. Non dovete per forza registrare tutte le lezioni che farete: iniziate con una o due e vedete l’effetto che fa sui vostri alunni. Sarete sorpresi della reazione.
5) LA RETE E’ UNA MINIERA D’ORO
Non ve la sentite di registrare dei video? Vi imbarazza? Nessun problema! Forse non avete idea della mole di video educativi presenti in Rete. Dal 2007 ad oggi i contenuti disponibili per il settore education si sono moltiplicati a dismisura. Potete fare affidamento su contenitori di risorse già pronte e molto valide come YouTube EDU, BIGnomi, Repetita Treccani, OilProject.
6) CREARSI LA PROPRIA MINIERA
Col tempo, tra risorse esterne e risorse personalizzate, riuscirete a mettere da parte un numero consistente di video, materiali ed attività, i quali vi permetteranno di fronteggiare qualsiasi contenuto, qualsiasi classe e qualsiasi alunno.
7) REGISTRARE LE LEZIONI E’ DAVVERO SEMPLICE
Ci sono applicazioni e software totalmente gratuiti che sono facilissimi da utilizzare (e quando dico facili intendo “Schiaccia un pulsante e parla”). Per registrare lo schermo del vostro computer potete usare il sito Screencast-O-Matic, mentre su iPad e tablet Android avete davvero l’imbarazzo della scelta. Tra le migliori vi segnalo: Show Me (iOS), Educreations (iOS) ed Adobe Voice (iOS), oppure Lensoo Create (Android) e UTGreat Whiteboard (Android).
8) TRASFORMARE GLI OGGETTI DI TUTTI I GIORNI IN MEZZI PER APPRENDERE
Nei video che Aaron e Jon hanno girato nelle loro classi per spiegare il funzionamento del loro nuovo metodo non si vedono grandi laptop, computer nuovi di zecca o tablet costosissimi. I ragazzi guardano i video che li guidano negli esperimenti con i loro cellulari, o addirittura con degli iPod. Chi l’ha detto che per fare innovazione servono sempre grandi fondi a disposizione?
9) RISPONDERE IN MANIERA DIVERSA AI GENITORI
“Come si comporta mio figlio a scuola?“. Sta seduto, è educato, non disturba né l’insegnante, né i suoi compagni. Tutto qui? Vogliamo continuare a concentrarci solo sulla singola prova scritta oppure quella orale? Con la flipped classroom possiamo raccontare molto di più ai genitori. Possiamo farci domandare: “Mio figlio sta imparando?“.
Potremo quindi rispondere sì o no, ma comunque forti del fatto che all’interno della classe vengono proposte attività che puntano all’apprendimento, ma anche all’esperienza. Avremo il polso della situazione, perché saremo presenti nel momento fondamentale dell’apprendimento che prima ci vedeva assenti, quello che prima si svolgeva nelle case dei nostri studenti.
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