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Tutti in DaD, ma l’alunno disabile va a scuola con qualche compagno, appello Garante infanzia. I docenti fanno lezione in classe

Non basta che gli alunni disabili frequentino la scuola mentre la classe è a casa in Dad: serve anche che con loro in classe vi sia un gruppo di compagni, così da favorirne l’integrazione e la socializzazione. A sostenerlo, con tanto di richiesta al governo, è Carla Garlatti, Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, preoccupato per gli effetti nefasti della didattica a distanza sugli alunni più fragili e con disabilità.

Inclusione da salvaguardare

Nel corso di un incontro con il ministro per le disabilità Erika Stefani, il Garante ha detto che la didattica a distanza, “ci dicono gli studi, ha lasciato indietro un alunno con disabilità su quattro, vale a dire il 23%, con “maggiori tassi di esclusione nelle regioni del Sud”.

Se è vero che agli studenti disabili è stato consentito di frequentare le lezioni in classe, le scuole andrebbero sollecitate a farlo e soprattutto a perseguire l’obiettivo della socializzazione e dell’inclusione. Andrebbe assicurata la presenza in classe e la partecipazione di un gruppo di compagni”, ha quindi auspicato Garlatti.

Le altre richieste

Il Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza ha quindi rinnovato l’esigenza che il Parlamento vari una legge per l’istituzione di una banca dati dei bambini e dei ragazzi con disabilità, valorizzando un progetto dell’Istat.

“Questo strumento avrebbe un impatto diretto – ha detto Garlatti – sia sulle politiche scolastiche, sia sulla programmazione di politiche sociosanitarie, educative e assistenziali nei singoli territori”.

Il docente curricolare va così a scuola

Tornando alla presenza in classe di uno o più alunni disabili, con la conseguente partecipazione di un gruppo di compagni nell’ottica di permettere al disabile di interagire ai fini di un’effettiva e reale inclusività, viene da sé che anche i loro docenti dovranno recarsi nella sede di servizio. E non solo quelli di sostegno, così come era accaduto lo scorso autunno, poiché gli specializzati in didattica speciale pur essendo insegnanti della classe, debbono rivolgere la loro opera principalmente verso l’allievo disabile.

In questo modo, con la presenza in classe del docente curricolare, si scongiurerebbe l’assurda situazione di avere in classe l’alunno disabile e una parte della classe, ma con il docente di disciplina collegato da casa.

Alessandro Giuliani

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