Sembra non si possa più affermare di non essere portati per la matematica: a dimostrarlo uno studio, riportato da La Repubblica, in cui si afferma che ogni bambino, in maniera assolutamente innata, riesce a distinguere le quantità già all’età di tre mesi.
I numeri, pare, sarebbero dentro di noi già da piccolissimi. A dirlo è Giulia Gennari, 31enne neuroscienziata di Parma laureata a Padova, che fa ricerca tra Parigi e New York, che si è occupata di questo studio, di cui è prima autrice, pubblicato su Current Biology: “Abbiamo scoperto che già a tre mesi i bambini distinguono i numeri. Hanno un vero e proprio sesto senso. Li riconoscono in modo astratto. Puoi mostrare loro 12 palloncini o fargli ascoltare 12 note musicali. Puoi sottoporli al test da svegli o nel sonno. Nel loro cervello si accende sempre lo stesso gruppo di neuroni”.
Sembra quindi esserci una risposta definitiva alla domanda: le abilità numeriche si apprendono o no? La risposta sarebbe negativa. La ricerca è stata possibile grazie a 26 piccoli di 13 settimane portati dai genitori nel prestigioso laboratorio Neurospin dell’università di Parigi-Saclay, dove lavorano due veterani delle neuroscienze dell’apprendimento: i coniugi Ghislaine Dehaene-Lambertz e Stanislas Dehaene.
Ecco come sono stati condotti gli esperimenti: “Gli esperimenti erano piuttosto lunghi e per analizzare l’attivazione dei neuroni avevamo bisogno di mettere in testa ai bambini una cuffia per l’elettroencefalogramma con 256 elettrodi. All’interno era spalmata una soluzione salina, bagnata, e vincere le proteste dei piccoli volontari è stata una delle sfide della ricerca. Spesso aspettavamo che fossero addormentati. Gli stimoli uditivi sono stati somministrati durante il sonno e questo ha aggiunto un dettaglio importante alla scoperta: i neuroni dei numeri si attivano anche se non siamo coscienti”, ha detto la studiosa.
Ai bambini sono stati presentati due numeri: 4 e 12. Potevano ascoltare 4 o 12 note (nel sonno) o guardare i disegni (da svegli) di 4 o 12 animaletti. I suoni avevano durata diversa e le immagini dimensioni differenti per evitare che il 4 fosse associato al brano più corto e al disegno più piccolo, o viceversa. Qualunque forma avesse alla fine il 4, i neuroni attivati restavano gli stessi. Idem per il 12.
Il quotidiano ipotizza anche l‘introduzione, nelle nostre scuole dell’infanzia, di giochi con le cifre simili a quelli proposti ai bambini dell’esperimento. Si tratta di una cosa possibile? Potrà cambiare il modo in cui la matematica viene insegnata, soprattutto ai più piccoli?
Su questi argomenti il corso GeoGebra 6 e la matematica. Livello base, in programma dal 16 maggio, cura di Domenica Margarone.
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