Quest’anno scolastico che ormai volge al termine ha visto un susseguirsi di aperture-chiusure-riaperture, intervallate da continue quarantene di classi, se non di interi istituti.
Di fatto però nulla è cambiato in termini di sicurezza scolastica in questi ultimi nove mesi. Anzi, ad onor di cronaca, tre cose son cambiate: il tracciamento di fatto saltato già ad ottobre; il virus, che con la cosiddetta “variante inglese”, è diventato di circa un 40% più contagioso, anche tra i più piccoli; il numero di decessi tra la popolazione che ci vede tra i primi in classifica in termini di mortalità per milione di abitanti. E non è un risultato di cui andar sicuramente fieri.
In ambito di protocollo di sicurezza scolastica, tutto immutato, nonostante il CNR abbia consigliato un aumento della distanza ad almeno 1,4 mt, nonostante il nuovo protocollo Iss-Inail preveda 2 mt nel caso di consumo di cibo e bevande (invariate anche le indicazioni sulle mense scolastiche),nonostante da più voci si dica che le mascherine chirurgiche non bastino a proteggere dal contagio, vista la maggiore contagiosità delle varianti e studi nazionali ed internazionali avvertano del rischio di incremento diffusione della patologia legata al mondo scolastico.
È stata addirittura sospesa la campagna vaccinale ai docenti.
Non sono stati predisposti piani di screening preventivi (screening in UK: 2 volte a settimana con test inviati a casa).Non sono state date indicazioni univoche in merito all’installazione di impianti di sanificazione dell’aria. Non è stato aumentato il distanziamento o ridotto il numero di alunni per aula.Non sono state fornite mascherine Ffp2.
È saltata anche la soglia dei 250 casi su 100.000 abitanti che è in netto contrasto con l’importanza del tracking proprio per il mondo scolastico, tracking che vien meno oltre i 50 casi (ISS, soglia invece mantenuta in Germania).
Si ritorna ancora una volta tutti in presenza, senza tener conto che da gennaio ad oggi proprio nelle fasce di età dei più piccoli i dati dei contagi mostrano il maggior tasso di incremento, come gli stessi dati dell’ISS dimostrano.
Senza tener conto delle riflessioni di stimati professionisti quali il Prof. Crisanti ed il Prof. Galli. Di ieri, quasi a sorpresa, una nota dei sindacati Cgil, UIL, Cisl, Snals e Gilda uniti sul tema della sicurezza scolastica, nell’auspicio che ci si rivolga a tutti gli ordini e gradi scolastici.
Una riflessione sorge quindi spontanea. A 30 giorni dalla fine di quest’anno scolastico, la scelta di riportare tutti gli ordini e gradi in presenza al 100% senza di fatto mettere in sicurezza alunni, docenti, personale Ata e famiglie tutte, non può che essere legata a mere scelte di consenso politico.Oppure, che sarebbe ancora più grave, la “scuola sicura” di oggi altro non è che un modo per continuare a non investire in maniera risolutiva in quelli che sono gli atavici problemi del mondo scolastico italiano, a partire proprio dalla sicurezza: a settembre ci ritroveremo con le stesse classi pollaio, gli stessi tetti che cadono in testa ai nostri figli, gli stessi bagni senza acqua calda, le stesse aule con le finestre riparate con il nastro adesivo.Le scuole son d’altra parte sicure così come sono, no?Tutto cambia perché nulla cambi. E non si investa. Banchi a rotelle a parte.
Direttivo IdeaScuola
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