A margine di un Convegno, tenutosi a Napoli, nella mattinata del 27 novembre, in Prefettura, per la firma di due protocolli d’intesa – “Carta della legalità” e “Scuole aperte” – il Ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, al cospetto di una rappresentanza scolastica(dirigenti, insegnanti e studenti) oltre a esponenti delle Autorità locali, lancia la sua proposta: “La tv deve cambiare l’impostazione della teoria del bollino per passare ad un Auditel di qualità per i nostri giovani” e continua “Bisogna investire risorse in programmi che stimolino la formazione e la conoscenza fra i giovani”. Le “accuse“ del Ministro sono, invece, indirizzate ai reality, indicati come diseducativi per i ragazzi. Dello stesso tenore, e in linea con quanto espresso dal Ministro della Pubblica Istruzione, gli interventi di Pietro Folena che si spinge anche oltre :“In televisione – ha detto – si è superato ogni limite”. Secondo l’esponente politico l’unica via che permetterebbe di porre un freno al dominio della tv commerciale è rappresentato da “un canale, almeno uno, che sia pagato dal canone, senza pubblicità”. Intervenendo anche sulla questione Bullismo, che da giorni imperversa sui media, dichiara: “Il bullismo? Altro che problema degli insegnanti, piuttosto sarebbe bene prendersela con il mondo della tv”. Il deputato del Prc considera “fattore, se non scatenante almeno facilitante, il ruolo che la televisione diseducativa esercita sui giovani. Ciò a cui assistiamo quotidianamente – ha continuato – è un livellamento verso il basso di programmi vari, dove vi è un format predominante: quello dell’idiozia”.
Del resto le più recenti ricerche psicologiche in merito alla Televisione sembrano indicare che ciò che dovrebbe allertare di più i genitori, e gli adulti in genere, è la qualità del tempo che i figli passano da soli, parcheggiati per ore davanti alla Tv con il telecomando in mano a fare zapping per vincere la solitudine. La Tv non è da demonizzare in quanto mero strumento. In sintesi la soluzione non è rinunciare alla televisione ma cercare di mantenere il controllo sulla quantità e qualità dei programmi visti dai piccoli.
In generale, i suoi eventuali effetti dannosi, come quelli degli altri media elettronici, soprattutto il computer e i videogiochi, non sono intrinseci ai media come tali, ma derivano dal modo in cui questi vengono utilizzati e dalle informazioni relative al mondo sociale che essi veicolano, soprattutto quando bambini e adolescenti si ritrovano sprovvisti di adeguata capacità critica.