Twitter compie quindici anni. il social network di San Francisco è un vero colosso mondiale. Ma, come ogni adolescente che si rispetti, è pieno di fragilità e contraddizioni, affascinante ma anche feroce, non è il più usato ma sicuramente il più influente.
Quante cose sono accadute dal lontano 21 marzo del 2006 giorno del primo cinguettio (traduzione letterale dall’inglese di to tweet) da parte di Jack Dorsey.
Un social che dopo tanti anni è ancora in gran forma, ed è riuscito a stare al passo con la concorrenza grazie anche alle tante modifiche occorse negli anni.
Dal punto di vista tecnologico, le innovazioni che sono state introdotte negli ultimi anni sono state molte: ricordiamo le principali come l’aumento dei caratteri a disposizione (dagli originali 140 si è passati ai 280 di oggi) all’introduzione di contenuti vocali, come Clubhouse, e temporanei (come le story di Instagram e TikTok) sono arrivati foto video e sono comparsi i «threads», i «moments» e possibili guadagni (Super Follows) che gli hanno consentito di rimanere attaccato ad un pubblico adolescenziale.
I responsabili di Twitter hanno sempre studiato ed integrato nel social i nuovi trend per cercare di limitare la migrazione verso altri social media soprattutto del pubblico più giovane.
Ma anche un social usato dagli ultimi presidenti degli USA per comunicare al Mondo intero, un ultimo anche fin troppo come il Presidente Trump, ma un uccellino che sicuramente è stato al centro dell’attenzione, protagonista assoluto della comunicazione politica e strategica degli ultimi anni.
Se da una parte Facebook fa registrare numeri di utilizzatori ben più elevati, se Instagram è il social emergente e quello che ha i numeri in crescita, Youtube e Tik Tok attirano il pubblico più giovane fino agli adolescenti, Twitter è un classico che non muore ma che sta diventando sempre più nella vita pubblica, il social of record: informazioni e dichiarazioni passano prima di lì.
Proprio come un adolescente, Twitter ama stravolgere il suo stato, infatti in occasione di eventi politici è diventato noto alle cronache, dando la voce, anzi amplificandole, alle tante persone nelle piazze: grazie alla velocità dei contenuti e alla capacità di raggiungere utenti in tutto il mondo, è diventato il simbolo di alcune proteste, al punto tale che queste vennero rinominate le “Twitter Revolution”.
Twitter è il modo più veloce per dare una notizia, esprimere un’opinione o mostrare qualcosa al mondo intero , una sorta di ufficio-stampa personale, che tutti credono di sapere usare. E si sbagliano, spesso. Twitter è, di fatto, irrevocabile, ed è nemico dell’impulsività; basta un retweet per mettersi nei guai senza avere la possibilità di tornare indietro.
Gli utenti che lo usano sono altamente digitalizzati ed istruiti secondo i dati raccolti da recenti sondaggi, è sempre stato il luogo di disintermediazione tra politici e cittadini permettendo quel dialogo a ritroso prima inesistente e soprattutto un dialogo senza filtro dei media.
Per questo nonostante i numeri di utenti decisamente più bassi rispetto ai suoi “competitor”, rimane lo strumento più usato dalla politica e dalla sfera mediatica in generale, riuscendo ad alimentare dibattiti e confronti su temi rilevanti dell’opinione pubblica.
Rimangono alcuni temi aperti da risolvere, quello della possibilità di censura in primis, su cui anche l’opinione pubblica si è divisa tra chi è stato d’accordo e chi invece ha reclamato il diritto alla libertà di espressione da parte di un’entità privata che non può autonomamente chiudere la “bocca” ad un personaggio pubblico .
A distanza di 15 anni dalla sua nascita va dato merito a Twitter di aver permesso ai cittadini di informarsi, commentare, partecipare e creare opinione e giudizio.
Ha permesso la nascita di tanti “movimenti “ in Rete, ma possiamo dire che ancora non ha raggiunto una vera e piena maturità per poter gestire senza problemi il rapporto tra i cittadini e le Istituzioni Pubbliche e politiche.
Oggi il famoso uccellino può ancora volare ovunque: senza una guida precisa rischia di lasciare un segno indelebile del suo passaggio.
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