U come utenza

“Bisogna soddisfare l’utenza”, “La scuola si apre all’utenza”, “La scuola è al servizio dell’utenza”. Non mi è mai piaciuto associare gli studenti e le famiglie all’utenza. L’utente è colui che richiede un servizio, pubblico o privato, a pagamento. Se ho bisogno in casa del gas, della telefonia, della corrente elettrica, per essere soddisfatto divento un utente delle aziende fornitrici dei servizi richiesti. Tanto più l’utenza è soddisfatta, quanto più il servizio è apprezzato. Ed è giusto che sia così. 

Ma applicare la categoria dell’utenza a coloro che frequentano la scuola per imparare contenuti, abilità e competenze disciplinari e trasversali è quanto di più inappropriato si possa pensare. La scuola non offre servizi, ma svolge un preciso compito istituzionale: istruire e formare i cittadini del domani, cittadini istruiti e democraticamente educati. La scuola non offre pacchetti promozionali, ma veicola saperi tramandati, indica percorsi educativi, stimola interpretazioni della realtà utili alla tolleranza. Compito arduo e delicato.

La scuola di tutti, la scuola inclusiva, la scuola democratica paradossalmente persegue i suoi obiettivi in contrapposizione alle immediate esigenze dell’”utenza”. Quanti studenti assuefatti allo smanettamento smartphoniano preferirebbero scrivere i loro pensierini sgrammaticati su una chat, anziché elaborarli con decenza morfo-sintattica su carta o su altro supporto?  E quanti genitori preferirebbero ritrovare nella scuola i loro convincimenti etico-moral-religiosi, perché convinti che siano i più appropriati per l’intera comunità scolastica?

La natura istituzionale della scuola, dunque, collide con quella aziendalistica, erogatrice di servizi. La scuola può essere aperta, partecipata, innovata, ma non mercificata. La sua finalità non è vendere a prezzi competitivi il proprio prodotto, ma rendere allettante il sapere, il saper fare, la cultura nelle sue varie espressioni, il confronto delle idee, l’autonomia di pensiero, la cooperazione. Quando una scuola scade in offerte progettuali, magari prese in prestito da qualche canale televisivo, allo scopo di aumentare il numero delle iscrizioni, essa non attrae, ma irretisce. E nella rete ci finisce l’ “utenza”.

I lettori ci scrivono

Articoli recenti

Legge di bilancio: mancano risorse per le famiglie che mandano i figli nei centri estivi

Finita la scuola, a giugno, molte famiglie potrebbero essere in diffcoltà perchè non avranno la…

22/12/2024

Grammatica valenziale, esempi e pratiche: perché è importante agire sul ragionamento più che sulla memoria

La grammatica valenziale insegna a comprendere la struttura della frase ragionando sui legami tra parole,…

22/12/2024

Cooperative learning, cosa fa l’insegnante facilitatore? Ecco come svolgere bene questo ruolo

Nel cooperative learning, l'insegnante facilitatore guida, osserva e supporta il lavoro di squadra. Organizza attività,…

22/12/2024

Certificazione internazionale di alfabetizzazione digitale, prezzo scontato: approfitta della promozione

La Certificazione Internazionale di Alfabetizzazione Digitale è ormai requisito di accesso per tutti i profili…

22/12/2024

Concorso dirigente tecnico, domande fino al 23 gennaio: le videolezioni e il simulatore

Come abbiamo scritto, è finita l'attesa per il concorso per dirigenti tecnici: dallo scorso 9…

22/12/2024

Concorso Dsga 2024, domande dal 16 dicembre al 15 gennaio: bando pubblicato, come prepararsi

Lo scorso 16 dicembre è stato pubblicato il bando del concorso ordinario per funzionari e…

22/12/2024