Nei giorni scorsi una ragazza di 16 anni di nome Chen Xinran s’è presentata in una stazione di polizia nella provincia dello Heilongjiang denunciando l’omicidio della madre Li Xiaomei.
Secondo il suo racconto, la studentessa per una settimana, ha tenuta la madre prigioniera, legata a una sedia, facendola lentamente morire di fame.
La ragazza ha inviato sue foto e video alla zia chiedendo denaro per il rilascio. A riscatto avvenuto, la figlia Chen ha chiamato l’ambulanza, ma la madre era ormai in fin di vita e i medici non hanno potuto far nulla per evitarne la morte.
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Ma non solo, sembra pure che nel corso di una accesa discussione, la figlia avrebbe anche accoltellato il padre, prima di fuggire. Durante l’interrogatorio, l’adolescente ha confessato di aver messo in atto una vendetta per essere stata spedita contro la sua volontà in uno dei 250 campi censiti in Cina che si occupano di “rieducare la dipendenza da Internet”, noti per le misure drastiche di riabilitazione contro la semplice navigazione fino alla ludopatia online. In questi centri vengono seguite di solito punizioni severe e pratiche di tipo militare, tanto controverse da mettere in discussione le strutture che risultano essere ancora legali. Chen, che aveva da poco abbandonato le scuole superiori, ha raccontato d’essere stata rapita da un gruppo di persone, privata di sigarette e cellulare, e portata con la forza alla Shandong Science and Technology Defense Academy di Jinan dove ha trascorso quattro mesi. Intrappolata in quella che ha descritto come “una gabbia terribile”, ha denunciato di essere stata ripetutamente picchiata, tra torture ed elettrochoc. La “scuola”, come si autodefinisce la struttura, ha assicurato d’aver aiutato oltre 7.000 studenti a liberarsi della dipendenza dal web dalla sua fondazione del 1996, come rimedio al dilagare di una vera e propria piaga sociale.
In generale, il recupero avviene con un intenso allenamento fisico, una consulenza psicologica e, se necessario, anche con la prescrizione di farmaci, in un contesto oppressivo e violento. I casi di decessi sono diversi, tra cui una ragazza di 19 anni nel 2014 lasciata cadere per oltre due ore di fila da una altezza pericolosa nella provincia di Henan o un adolescente di 15 anni deceduto nel 2009 nella provincia di Guangxi: sarebbero invece numerose decine i tentativi di suicidio andati a vuoto.
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