L’emergenza sanitaria ha portato sul lastrico intere famiglie, colpite dalla crisi economica per la perdita o la totale assenza generalizzata di un posto di lavoro con cui provvedere ai propri bisogni essenziali. La ristorazione, il turismo e i servizi ad personam hanno subito in termini finanziari un notevole ridimensionamento in termini di capitali circolanti: numerosissimi i vincoli imposti dalle autorità per via dell’emergenza che hanno fattivamente portato ad una crisi sociale, divisione e risentimento generale della popolazione maggiormente colpita, in genere priva di un impiego ben retribuito o di elevata caratura professionale.
Tale fatto va a concretizzarsi e viene incanalato nell’educazione diretta dei figli, che spesso subiscono notevoli ed ingenti ripercussioni, assistendo a comportamenti bruschi, litigi e dissapori familiari o semplicemente vivendo collusi con uno stato di tensione costante. Molti cedono, cadendo in uno stato sub-depressivo e servendosi magari ad uno specialista, altri ricorrono alla violenza, in preda all’ira più assoluta che annebbia la mente già contorta e complessa di un adolescente.
La sparatoria avvenuta ai danni di un dodicenne della Carolina del Sud, neutralizzato da un coetaneo mediante arma da fuoco segue questo iter: le autorità statunitensi sono alle prese con una crisi sociale che, per via della possibilità di servirsi di armi direttamente, sta divenendo sempre più complessa da gestire.
La povertà diffusa amplificata dalla tensione sociale innescata da questioni secolari come la disoccupazione, l’emergenza sanitaria e le tensioni etniche ancora evidenti in determinate aree rurali degli Stati Uniti portano a drammatici eventi come quello consumatosi ieri presso una scuola media della Carolina del Sud. Lo scarso supporto psicologico, la vita familiare tesa, priva di affetti e colma di tensione in genere produce un’educazione poco sana, spenta, inerme dinanzi le più profonde esigenze più appartenenti al ragazzo che allo studente.
L’insoddisfazione spesso si concretizza in una carriera scolastica poco produttiva, valutazioni scarse se non pessime, e ciò amplifica il disagio in determinate famiglie già colpite da problematiche serie come l’assenza di un reddito fisso o di un lavoro stabile. A peggiorare le cose potrebbe anche essere la presenza di uno dei familiari in uno stato di reclusione per via di un crimine commesso, dato che gli USA vantano il maggior numero di cittadini incarcerati a livello globale.
Uno studente di 12 anni è morto in una sparatoria in una scuola media della Carolina del Sud giovedì e le autorità hanno preso in custodia un compagno di classe, anche lui 12enne, come sospetto poco dopo che la polizia è stata chiamata sul posto. Più di 100 agenti hanno risposto alla Tanglewood Middle School di Greenville lavorando per identificare l’assassino, ha detto l’ufficio dello sceriffo della contea di Greenville. Una richiesta di backup è stata inoltrata verso le 12:30. dal responsabile delle risorse della scuola.
Un ragazzo di 12 anni è stato portato in un ospedale locale con una ferita da arma da fuoco, ha detto lo sceriffo della contea di Greenville Hobart Lewis. L’ufficio dello sceriffo ha poi confermato su Facebook che il ragazzo è venuto a mancare nelle ore seguenti il suo trasporto in ospedale. “Il carnefice è stato arrestato ed è accusato di omicidio, per via del possesso di una pistola durante un crimine violento, dell’utilizzo di un’arma da fuoco su una proprietà della scuola e della proprietà illegale di un’arma da parte di un minore”, ha fatto presente in una nota l’ufficio locale dello sceriffo. Il movente, così come il modo in cui l’assassino si è impadronito della pistola, sono ancora in corso di accertamento. L’ufficio ha reso noto che i ragazzi “si conoscevano”.
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