Oggi 5 marzo Roma è in piazza e manifesta per la pace. Moltissime studentesse e altrettanti studenti presenti alla grande mobilitazione organizzata dalla Rete Italiana Pace e Disarmo: un corteo di decine di migliaia di persone, quello fino a piazza San Giovanni.
“Ciò che in questi giorni accade in Ucraina è grave, come è grave ogni operazione di imperialismo in atto nel mondo” dichiarano da Rete della Conoscenza, Unione degli Studenti e Link Coordinamento Universitario.
La richiesta che giunge forte attraverso i megafoni è quella di “garantire il diritto all’autodeterminazione di ogni popolo e di avviare un percorso serio verso il disarmo, che significa prima di tutto lavorare di comune accordo per risolvere le disuguaglianze e le crisi che affliggono la società globale per rendere superfluo ogni ricorso alla forza armata e quindi qualsiasi necessità di produzione di armi”.
“Chiediamo di non contribuire a morte e distruzione – continuano gli studenti – ma lavorare attraverso la diplomazia per salvare persone, e per risolvere un conflitto che rischia di generale una spirale autodistruttiva. Non c’è tempo per l’espansionismo e la tutela degli interessi privati di singoli stati, la comunità internazionale dovrebbe impegnarsi nel contrasto alla crisi climatica ed energetica, e nel tirare fuori dalla povertà milioni di persone in tutto il mondo!”
La scuola e l’università, quindi, in prima fila per una richiesta di pace senza esitazioni e senza distinguo, come quella che si è alzata forte e chiara anche durante l’iniziativa di pace organizzata di recente dalla Tecnica della Scuola e cui ha preso parte anche il ministro Bianchi.
Intanto continua l’accoglienza nelle nostre scuole degli studenti ucraini, come abbiamo riferito più volte.
Attilio Fratta, presidente nazionale di DirigentiScuola interviene sul tema dicendosi pronto ad avviare, in accordo con Prefetture e istituzioni, un piano di accoglienza per gli studenti ucraini che, a causa del conflitto inscenato dalla Russia, stanno emigrando in Italia. L’associazione nazionale dei dirigenti scolastici cercherà inoltre di attivare le famiglie degli alunni italiani per far sì che possano ospitare ragazzi e bambini provenienti dalle zone colpite dalla guerra”.
“ La scuola italiana è inclusiva e solidale – commenta- faremo anche noi la nostra parte per dare ospitalità a chi ne ha bisogno, anche mettendoci a disposizione in prima persona. Bisogna mandare messaggi di pace e di speranza in queste ore drammatiche”.
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