L’accoglienza dei bambini e dei ragazzi ucraini richiede spazi e risorse professionali: è l’esortazione rivolta da Mario Rusconi, presidente Anp Roma, e da Cristina Costarelli, presidente Anp Lazio, al ministro dell’Istruzione.
“In queste settimane – lamentano i due rappresentanti dell’Associazione nazionale presidi – le scuole di tutti gli ordini stanno accogliendo gli alunni ucraini sfuggiti alla guerra, dimostrando attenzione umana e professionale senza risparmio di energie: si evidenziano però problemi relativi all’assenza di spazi e aule per poter svolgere laboratori ed attività di supporto; difficoltà a reperire mediatori per cui, in mancanza di un coordinamento da parte dei servizi sociali, ci si muove solo tramite volontariato e il passaparola; assenza di docenti che possano svolgere percorsi intensivi di alfabetizzazione”.
Proprio sul tema dei mediatori molte scuole stanno adottando soluzioni creative. La Tecnica della Scuola, ad esempio, di recente ha intervistato una dirigente che ha affidato il compito di mediazione a una mamma profuga appena arrivata sul nostro territorio ma con una buona conoscenza della lingua italiana. In altre parole, è nella stessa comunità ucraina in arrivo che potrebbero ritrovarsi le risorse intellettuali per fare fronte all’emergenza anche nel mondo scolastico.
Ma la carenza di organico non riguarda solo la gestione della crisi umanitaria ucraina, è qualcosa di strutturale e connota tutta la scuola italiana, a dispetto dei finanziamenti che sono giunti nel nostro Paese a seguito della pandemia. Sul tema, l’associazione presidi, nel fare il punto su quello che sarà l’avvio dell’anno scolastico prossimo, evidenzia che “la situazione, dopo ormai due anni di emergenza sanitaria, resterà quasi del tutto invariata rispetto agli scorsi anni scolastici. Peraltro il beneficio della legge di bilancio 2022 che prevede la possibilità di derogare, al numero minimo di alunni per classe, “al fine di favorire l’efficace fruizione del diritto all’istruzione anche da parte dei soggetti svantaggiati”, riguarderà un numero limitato di scuole essendo condizionata dal requisito della presenza nella scuola di spazi disponibili.
Insomma, “da un lato rimangono fermi requisiti numerici di formazione delle classi del DPR 81 del 2009, nonostante aule con capienza inferiore rispetto alle indicazioni di legge – continuano i due dirigenti scolastici – d’altro lato permane l’assenza di locali per le scuole che ne hanno maggiore esigenza”. Di qui la richiesta dei presidi di Anp di un tavolo congiunto in tempi rapidi.
Le iniziative di pace
Intanto la scuola continua a mobilitarsi, sia sul fronte dell’accoglienza ai profughi, sia sul fronte della protesta contro la guerra. Dopo l’iniziativa di pace L’Italia ripudia la guerra, organizzata dalla Tecnica della Scuola con la partecipazione speciale del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, che a pochi giorni dall’inizio del conflitto in Ucraina ha esortato le scuole a riflettere sull’articolo 11 della nostra Costituzione, oggi anche altre organizzazioni si stanno muovendo nella stessa direzione, per promuovere eventi di pace.
A questo proposito segnaliamo due iniziative:
- Il convegno Educare alla pace per ripudiare la guerra, organizzato dall’Uciim, Unione cattolica italiana insegnanti, dirigenti, educatori, formatori, in programma il prossimo lunedì 4 aprile a partire dalle ore 15.
SCARICA LA LOCANDINA DEL CONVEGNO UCIIM
- La pace sempre, un flash mob indetto dalla Segreteria nazionale Mce di Piacenza, il Movimento di cooperazione educativa, per esortare le scuole ad affiancare al prezioso lavoro che ogni giorno si compie all’interno della classe, un momento collettivo che dia un senso corale alle riflessioni di bambini e ragazzi.
Proponiamo che lunedì 4 aprile alle ore 11 in ogni Scuola, ci si trovi in uno spazio adeguato (cortile, giardino, palestra) dove i bambini e le bambine potranno condividere un flash mob performance, realizzando un’immagine che li/le riprenda con la parola PACE tracciata sul pavimento. Abbiamo scelto il 4 aprile poiché è la giornata internazionale che l’Onu dedica alla lotta contro le mine antiuomo.