La DaD non è vera scuola. A ricordarlo è stato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in visita a Roma.
Rispondendo alle domande dei giornalisti, al termine dell’incontro con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, Zelensky ha espresso un desiderio: “Nella seconda fase vorrei che potessimo far tornare la nostra gente alla vita”.
Una delle priorità espresse dal leader ucraino è quella del ritorno sui banchi di scuola dei bambini e ragazzi del suo Paese: vorrei tanto che “il 1° settembre i nostri bambini vadano a scuola“, perché “abbiamo costruito una grande istruzione on line, ma sappiamo che sono importanti per i bambini lo spazio sociale e lo stare insieme che si è perso durante il Covid e che continua adesso a causa dell’aggressione”.
Volodymyr Zelensky ha anche fatto riferimento ai problemi dell’energia: dopo avere ringraziato “l’Italia che ha aiutato questo inverno”, il presidente ucraino ha spiegato che il suo Paese deve “prepararsi per il prossimo”. Quindi, ha fatto riferimento ai tanti sfollati ucraini “che hanno perso la casa a causa di un missile o di una bomba”.
Partecipando ad una puntata speciale di Porta a Porta, su Rai 1, Zelensky ha detto che “è importante finire la guerra in Ucraina, mettere il punto. Putin porta l’aggressione. Noi non vogliamo vivere nel caos”.
A Roma il leader ucraino ha incontrato anche il Papa, che si è offerto per trovare un accordo con la Russia.
“Con tutto il rispetto per Sua Santità – ha però detto Zelensky sempre ospite di Bruno Vespa – noi non abbiamo bisogno di mediatori, noi abbiamo bisogno di una pace giusta“.
“Noi invitiamo il Papa, come altri leader, per lavorare ad una pace giusta ma prima dobbiamo fare tutto il resto”, ha aggiunto, sottolineando che non ha senso tentare di coinvolgere ora la Russia in un dialogo.
“Non si può fare una mediazione con Putin, nessun Paese al mondo lo può fare”, ha ribadito.
Dopo la tappa a Roma, Volodymyr Zelensky è atteso in Germania, a Berlino, domenica 14 maggio: Olaf Scholz si è fatto trovare preparato e – scrive l’Ansa – accoglierà l’ospite con un pacchetto da 2,7 miliardi di aiuti militari. Una somma che raddoppia le risorse messe finora a disposizione.
A Kiev la reazione è di grande soddisfazione: il cancelliere assume la leadership e ha capito il momento storico, sostengono nell’entourage presidenziale. Nel nuovo pacchetto ci sono, fra l’altro, 30 panzer del modello Leopard 1, altri 20 Marder, 4 sistemi di difesa antiaerea Iris-T-SLM, 100 veicoli corazzati da combattimento, 200 droni di ricognizione e munizioni.
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