L’iniziativa è stata portata avanti dall’Ufficio federale della sanità pubblica in collaborazione con il Ministero della Pubblica Istruzione. Infatti, sul sito web dedicato da questo Ufficio all’educazione sessuale (amorix.ch) alla voce “Nozioni di base” si cita l’estratto di un documento dell’International Planned Parenthood Federation, una delle principali agenzie internazionali filo-abortiste al mondo, in cui si spiega che “l’educazione sessuale come approccio basato su diritti fornisce ai giovani le conoscenze essenziali, le capacità, le competenze e i valori di cui hanno bisogno per conoscere la loro sessualità, provando piacere fisico, psichico ed emozionale”. A tal proposito è di queste ore la notizia ) che la Svizzera andrà al voto nei prossimi mesi su un’iniziativa della destra, orientata a vietare i corsi di educazione sessuale nelle scuole prima dei nove anni.
Tutto è iniziato da un gruppo di genitori di Basilea che si erano opposti, con successo, alle “sex box” nelle scuole, in altre parole le scatole di accessori pedagogici contenenti organi sessuali in peluche dovevano essere messe al bando.
Successivamente esponenti del principale partito di destra populista, l’Udc, hanno appoggiato la protesta dei genitori, evidenziando a livello politico che “l’educazione sessuale è competenza dei genitori”.
La determinazione di questa iniziativa denominata “Protezione contro la sessualizzazione della scuola materna ed elementare”, ha raccolto il numero di firme necessarie affinché le autorità possano fissare nei prossimi giorni la data del voto.