La coordinatrice nazionale dell’Unione degli studenti, dopo l’informativa della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, che ha riguardato anche le novità sugli esami di Stato che si svolgeranno con una commissione di soli membri interni, come ai tempi della ministra Letizia Moratti col governo Berlusconi, ha chiesto di fare un ulteriore passo avanti, anche se “Sono state parzialmente soddisfatte le proposte dell’Unione degli Studenti”.
Fa sapere infatti la coordinatrice: “Dopo settimane di pressione, il ministero sta iniziando a darci ragione: la commissione interna è necessaria ad assicurare che ogni studente svolga l’esame sulla base degli argomenti che è riuscito ad affrontare; le differenze nell’applicazione e le disuguaglianze nell’accesso alla didattica a distanza hanno ormai reso impossibile lo svolgimento di un unico programma nazionale”.
Gli studenti però aspettano anche altre risposte: “Il ministero deve chiarire definitivamente come sarà svolto l’esame, solo la commissione interna non basta, sono ancora troppe le differenze nelle modalità di didattica a distanza: ci sono classi in cui vengono soltanto assegnati compiti ma non sono svolte le lezioni e studenti che, non potendosi permettere un pc o dovendolo dividere con la famiglia, sono totalmente esclusi dalla scuola”.
“Così non si può fare una seconda prova scritta uguale per tutti – sostiene il sindacato studentesco – abbiamo proposto di sostituirla con una tesina sulla materia d’indirizzo: in questo modo ogni studente potrebbe valorizzare ciò che è riuscito a svolgere. Molti poi non hanno avuto modo di recuperare le insufficienze e di restare al passo con le lezioni: per questo proponiamo di ammettere tutti all’esame; non devono essere requisito per accedere neanche i PCTO e i test Invalsi, al rientro a scuola non ci sarà tempo per svolgerli”.
E la richiesta dovrebbe essere accolta in tempi brevi e inserita, se la ministra è d’accordo, nel pacchetto legislativo che sta rivoluzionando la normativa sugli esami di Stato, per cercare di superare, nel modo meno indolore possibile, tutta la baraonda che il covid-19 sta creando nella scuola, forzatamente chiusa per evitare contagi.
Fra l’altro finora si è trattato solo di dichiarazione, senza una preciso schema legislativo che è necessario per procedere nelle modifiche annunciate.
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