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Uds: la scuola non si paga, la scuola non si vende. Contestati Giannini e Pinotti

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Oggi, nella maggior parte delle regioni italiane, gli studenti sono tornati tra i banchi. L’UdS ha organizzato in tante città dei flash mob e dei blitz per opporsi alle linee guida del Governo sulla scuola e per lanciare nuove battaglie.

“Nel corso della giornata di oggi abbiamo organizzato dei flash mob davanti alla scuole e di fronte alle regioni” – dichiara Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti – “Gli studenti, all’ingresso o all’uscita di scuola, hanno trovato affissi degli scontrini giganti riportanti le spese ingenti che ogni anno gli studenti sono costretti a pagare per poter studiare. Non solo nel nostro Paese non viene garantito il diritto allo studio, ma la condizione che viviamo e che vivremo ancor di più è la precarietà, che entrerà prepotentemente nelle scuole se si confermeranno le linee di indirizzo presenti ne “La buona scuola”. Il costo sociale della precarietà e dell’impossibilità di poter studiare indipendentemente dal proprio contesto socio-economico di partenza è troppo alto per non dare reali risposte”

“Oggi i ministri del Governo e lo stesso premier sono andati in diverse scuole del Paese facendo una inaccettabile operazione di propaganda” – continua Lampis – “Stamattina, oltre il presidio genovese alla scuola Enrico Fermi dove si trovava il Ministro della Difesa Pinotti, abbiamo inscenato un flash mob presso l’istituto Tecnico Agrario ‘Emilio Sereni’ di Roma, in concomitanza dell’inaugurazione del birrificio artigianale dell’istituto, per ribadire ancora una volta che le scuole non dovrebbero insegnare unicamente un mestiere, magari anche attraverso contratti di apprendistato, ma competenze trasversali e rimodulabili nell’arco della vita. Non è la scuola a dover piegarsi ad un modello di sviluppo ingiusto che investe in basse competenze e che ci vuole solo precari, ma è il modello di sviluppo a dover cambiare a partire da un rinnovato ruolo dei saperi. La Giannini, alle nostre riflessioni, è fuggita in auto blu senza dare reali risposte”

“Il piano Renzi sulla scuola, oltre a perseguire le politiche neoliberali di apertura ai capitali privati e di sostanziale appiattimento alle esigenze delle imprese, non parla degli studenti. Non si parla di diritto allo studio, di formazione permanente, di didattica alternativa, di un superamento della valutazione quantitativa, di reali finanziamenti, di riforma dei cicli.” – conclude l’UdS – “Renzi ha in mente una riforma che insegue i profitti di pochi a discapito del ruolo che dovrebbe avere l’istruzione pubblica per tutti. Per questo, in concomitanza con il lancio della consultazione del Governo, avvieremo nei prossimi giorni un percorso di assemblee in tutta Italia chiamato #consultiamoci, per costruire una reale alternativa di scuola, assemblea dopo assemblea, senza dei temi imposti dal Governo. Torneremo nelle piazza in tutto il Paese a partire dal 10 ottobre per dire no alla svendita della scuola pubblica e alla precarietà e per rivendicare la gratuità dell’istruzione e un nuovo sistema di welfare in grado di garantire a tutti eguali opportunità”