Dato il rialzo recente della curva pandemica da COVID-19 che interessa il Vecchio Continente, la Commissione Europea corre ai ripari, discutendo su un obbligo vaccinale, di cui sono sconosciute per ora la forma e l’applicazione, e autorizzando tempestivamente le vaccinazioni anti-COVID-19 sui bambini, pertanto alunni, di età compresa tra i 5 e gli 11 anni. Numerosi i dubbi e le perplessità in serbo alla comunità scientifica internazionale: molti specialisti risultano favorevoli a tale politica vaccinale, mentre altri, per via dell’indisponibilità fattiva dei dati clinici relativi alle fasi sperimentali effettuate, si dicono dubbiosi e sostengono di rallentare con la formulazione di obblighi e di politiche che coinvolgano anche i minori di 12 anni che, come risulta da dati pubblici, presentano un rischio di mortalità quasi nullo. Tale scelta potrebbe di fatto ridimensionare le norme circa il libero accesso ai plessi scolastici in funzione dell’applicazione della Certificazione Verde COVID-19 a livello interno, disposizione già varata da numerosi esecutivi europei.
Presso una conferenza stampa tenutasi la scorsa settimana, la presidente della Commissione europea ha fatto presente di essersi confrontata con i vertici tecnico – scientifici di BioNTech – Pfizer la quale accelererà, secondo quanto stipulato con l’UE, la produzione delle terapie vaccinali, rendendole disponibili sul mercato già dal prossimo 13 dicembre per i bambini dai 5 agli 11 anni. Tale scelta, aspramente discussa in seno alla comunità scientifica, ha prodotto spaccature e frizioni all’interno delle forze politiche che rischiano di rallentare l’approvazione di tali provvedimenti. Risulta comunque evidente che, nonostante la campagna vaccinale complessa e vasta che si sta mettendo in piedi, risulterà necessario investire su più armi di contrasto al Sars – CoV -2, tra cui le cure domiciliari, la ricerca e l’utilizzo proprio delle misure anticontagio. Utile anche la sorveglianza attiva post-somministrazione, finalizzata alla quantificazione degli anticorpi degli immunizzati contro l’infezione da Sars.
Nel Bel Paese, dal primo al tre dicembre, il Comitato Tecnico Scientifico si è riunito con i vertici dell’Agenzia Italiana del Farmaco al fine di prendere in esame le politiche vaccinali relative ai soggetti di età inferiore ai 12 anni; tali confronti seguono il via libera dato dall’EMA che, nei giorni precedenti, ha approvato in commissione scientifica le politiche vaccinali dedicate a bambini e, di conseguenza, alunni delle scuole d’Italia ed Europa. I benefici, secondo gli enti suddetti, superano i rischi che i pazienti dovrebbero correre con la somministrazione della terapia vaccinale. Il Comitato per i Medicinali a Uso Umano (CHMP) dell’agenzia europea ha raccomandato di concedere un’estensione dell’indicazione per il vaccino anti-Covid Comirnaty di Pfizer/BioNTech, come precedentemente analizzato. In termini di obbligo vaccinale, la palla è passata attualmente agli esecutivi nazionali ed ai rispettivi dipartimenti per la salute: tale introduzione porterà ad un risarcimento economico in caso di eventi avversi da vaccino da parte delle casse statali.
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