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Ue: “Gli Stati devono riconoscere i figli di coppie gay”

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Il commissario europeo alla Giustizia Didier Reynders, in risposta ad una interrogazione degli eurodeputati del M5S, ha messo nero su bianco quanto dalla Commissione europea è uscito: “In linea con la strategia per l’uguaglianza delle persone Lgbtiq 2020-2025, la Commissione è in continuo dialogo con gli Stati membri riguardo all’attuazione delle sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Ciò comprende anche l’obbligo per gli Stati membri di riconoscere la filiazione di un minore con genitori dello stesso sesso ai fini dell’esercizio dei diritti conferiti dall’Ue”. 

Gli Stati membri, precisa Reynders, “sono competenti per l’adozione di misure di diritto di famiglia sostanziale, comprese quelle riguardanti il genere e il contenuto dei documenti e dei moduli standard nazionali relativi al genere”. Il diritto dell’Ue, invece, “disciplina le caratteristiche di sicurezza dei passaporti e delle carte d’identità, ma non limita il numero di campi che tali documenti devono comprendere. Pertanto gli Stati membri possono includere campi riguardanti i genitori del titolare”. 

“Tuttavia, sulla base dell’acquis in materia di libera circolazione – prosegue Reynders – i termini utilizzati per riferirsi a ciascun genitore in un documento rilasciato in uno Stato membro non possono essere invocati da un altro Stato membro per rifiutare il rilascio di un passaporto o di una carta d’identità a un minore i cui genitori siano dello stesso sesso. Gli Stati membri devono rispettare i diritti fondamentali sanciti dalla Carta, compreso il diritto alla non discriminazione, esclusivamente nell’attuazione del diritto dell’Ue”.

Pasquale Almirante

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