Uffici scolastici regionali a rischio accorpamento

Gli Usr in questione sono: Friuli Venezia Giulia, Umbria, Molise e Basilicata, mentre il provvedimento si inserirebbe nel piano di contenimento dei costi previsto dalla spending review.
Al loro posto verrebbero istituiti altrettanti Uffici Interregionali: Veneto e Friuli, Marche e Umbria, Abruzzo e Molise, Puglia e Basilicata, mentre verrebbe salvata la Liguria che ha al suo interno cinque province e quindi appare di più difficile soluzione.
Il decreto inoltre indicherebbe anche la sede dell’Ufficio interregionale.
Il decreto vorrebbe risponde all’applicazione della spending review per il ridimensionamento degli organici, mentre cercherebbe di adeguare la struttura del dicastero al programma di revisione che il ministero ha intenzione di attuare.
Insieme alla soppressione delle quattro Usr ci sarebbe pure la nascita di tre dipartimenti, ciascuno articolato in tre direzioni generali.
Il primo, il Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione, mantiene le competenze attuali e di fatto riunisce quelle già espletate dalla direzione generale per l’Istruzione e formazione tecnica superiore già soppressa, con la direzione generale degli Ordinamenti, che riunisce tutti gli ordini di scuola.
Nel secondo, il Dipartimento per la formazione superiore e per la ricerca, scompare la direzione generale per l’Alta formazione artistica, musicale e coreutica (Afam), le cui competenze sono spalmate nelle tre direzioni istituite.
Il terzo Dipartimento da implementare sarebbe quello per la Programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali.
Verrebbe soppressa la direzione generale Risorse finanziarie e le competenze sarebbero distribuite tra le nuove direzioni. Inoltre, tutte le competenze relative ai Contratti e agli acquisti vanno alla direzione generale che attualmente si occupa dei Sistemi informativi e che, con lo stesso numero di uffici, dovrà curare la gestione amministrativa e contabile delle attività strumentali, contrattuali di carattere generale e consulenza per l’amministrazione periferica.
Per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia, la presidente della Ragione, Debora Serracchiani, commentando la bozza del decreto ha detto:
”Il ministero dell’Istruzione non deve schiacciare la specificità del Friuli Venezia Giulia attraverso un accorpamento che alla fine non genera risparmi, ma anzi crea problemi funzionali e di fatto ci omologa”.


”Ho già espresso direttamente al presidente del Consiglio il mio stupore – ha segnalato Serracchiani – per questa ipotesi che incide su una delle funzionalità principali della nostra Regione, che certamente non stara’ a guardare mentre le vengono portati via i centri direzionali”.


Serracchiani ha anche ricordato che la Giunta regionale ”si è già pronunciata con chiarezza riguardo questo taglio, che non produrrebbe un risparmio della spesa statale finendo per generare maggiori costi. Inoltre l’accorpamento ipotizzato sarebbe in netto contrasto con la specificità del sistema scolastico del Friuli Venezia Giulia, comprendente scuole con insegnamento in lingua slovena, una scuola bilingue e numerosi istituti con corsi plurilingue, in relazione alle tre lingue minoritarie presenti nel territorio, riconosciute e tutelate dalla legge 482/1999”.


”La previsione del passaggio alla Regione delle competenze in materia scolastica è stata già formulata e l’autonomia amministrativa e funzionale dell’Ufficio scolastico regionale per il Friuli Venezia Giulia rappresenta un presupposto imprescindibile per tale trasferimento”.
Durissima la presa di posizione del Presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini: “Una penalizzazione inaccettabile. Un vero e proprio affronto alla nostra specialità, alla nostra storia da tutelare. Il governo nazionale si è ben guardato dal minare lo status dell’istruzione nelle province autonome di Trento e Bolzano, come pure nella Valle d’Aosta; e noi non siamo forse ugualmente speciali e autonomi? Con quale diritto il ministro immagina di sopprimere il nostro Ufficio scolastico regionale per accorparlo con una regione, come il Veneto, che presenta un altro asset organizzativo?”.
“Non è tollerabile incassare uno schiaffo simile che mette in crisi la forza del multilinguismo, della multietnicità e della competenza diretta sul tema dell’istruzione”. E c’è anche un affondo contro la governatrice Serracchiani: “Le suggerirei di pensare di meno alle amicizie romane, visti i risultati deludenti, e di pensare di più a difendere le ragioni del nostro e del suo territorio dalle pretese di sconfinamento attuato dai centralisti”.

Pasquale Almirante

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