L’incremento delle ore di permanenza a scuola degli alunni delle elementari produce un aumento dell’occupazione generale, soprattutto delle donne. A rilevare l’associazione sono stati i sindacati Uil e Uil Scuola che attraverso uno studio nazionale e regionale hanno riscontrato che gli alunni della scuola primaria che nel 2007/08 si sono avvalsi del tempo prolungato, con un minimo di 31 fino a 40 ore settimanali, sono cresciuti rispetto all’anno precedente del 2,8%: parallelamente, la ricerca ha evidenziato l’incremento dell’1,9% del tasso di cittadini impegnati nel lavoro e, in particolare, dell’1,3% di quelli di sesso femminile.
I bambini frequentanti sono passati da una media del 44,5% del 2006-2007 al 45,3% del 2007-2008 sul totale: in valori assoluti sono stati 1.290.381 a fronte di 1.255.046 dell’anno precedente.
Dallo studio è anche emerso che il 4,9% degli alunni ha frequentato la scuola con un orario settimanale di 27 ore; il 49,8% con un orario tra le 28 e le 30 ore; il 20% con un orario compreso tra le 31 e le 39 ore. Il tempo pieno di 40 ore è stato invece adottato in Italia da un bambino ogni quattro (il 25,3%). Con una grande differenza, però, a livello territoriale; al Nord l’orario prolungato (31-40 ore settimanali) è frequentato dal 61,4% dei bambini, il tasso di occupazione femminile 25-54 anni è al 72,6%; al Centro, dove l’orario prolungato è frequentato dal 60,1% dei bambini, la percentuale di donne occupate è al 65,4%; al Sud, dove l’orario prolungato è frequentato soltanto dal 21,2% dei bambini, il tasso di occupazione delle donne è al 39,5%.
Le sensibili differenze di bambini che frequentano la scuola fino al pomeriggio inoltrato si rilevano anche a livello regionale: nel Trentino Alto Adige il tempo prolungato è frequentato dal 74,9% dei bambini ed il tasso di occupazione femminile si attesta al 72,9%; seguono la Liguria, con il 72% di orario maggiorato e il 69,9 % di donne impegnate al lavoro e la Toscana, con tempo prolungato al 70,9% e occupazione femminile al 70,9%.
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