La questione della funzione tutoriale continua a tenere banco nel dibattito sindacale: il 2 marzo UilScuola ha scritto al Miur ed è ritornato sulla vicenda dell’indagine che il Ministero stesso sta svolgendo per conoscere in che modo e in che misura le scuole abbiano attivato questo aspetto della riforma.
L’iniziativa del Miur non è piaciuta affatto alla Uil soprattutto perché è giunta inattesa e senza nessuna informazione preventiva.
Ma, nella lettera, il sindacato di Massimo Di Menna fa una affermazione che merita un approfondimento: "In assenza di modifiche pattizie apportate alla funzione professionale dei docenti, ai carichi di lavoro ed agli obblighi di servizio, la funzione tutoriale può essere attualizzata nelle scuole esclusivamente in coerenza con gli obiettivi definiti dalle scuole in regime di autonomia nel Piano dell’Offerta Formativa e nel rispetto delle definizioni pattizie vigenti".
Cosa significa questa sottolineatura?
Massimo Di Menna, segretario nazionale della UilScuola, non ha problemi a chiarire: "Abbiamo semplicemente ribadito la posizione espressa fin dal maggio 2004, non c’è nulla di nuovo".
In altre parole il sindacato continua a ritenere che solo la trattativa sull’articolo 43 potrà chiarire definitivamente la questione ma non dimentica che le scuole, nella loro autonomia, possono organizzare le attività inerenti la funzione tutoriale (portfolio, rapporti con i genitori, ecc..) che peraltro secondo lo stesso sindacato fanno parte a pieno titolo della funzione docente.
Il fatto nuovo riguarda però l’esito del monitoraggio: secondo primi dati molto parziali e frammentari risulta infatti che la funzione tutoriale sarebbe stata attivata in più della metà delle classi di scuola primaria. Ma potrebbero esserci discrepanze anche forti fra il dichiarato dei dirigenti scolastici e l’agito delle scuole.
"Non lo pensiamo e comunque non intendiamo affrontare il problema in questi termini", ci spiega Di Menna che, a proposito della strana vicenda dell’apertura di un’area dedicata al tema della funzione tutoriale nell’ambiente PuntoEdu dell’Indire ribadisce: "L’importante è aver chiarito che la proposta dell’Indire è un’opportunità e niente più; l’attività di formazione proposta dall’Indire non può essere considerata condizione esclusiva per lo svolgimento della funzione tutoriale".
Ma che significa questo?
"Solamente la scuola nella sua autonomia può definire i percorsi di formazione destinati ai docenti, anche perché in base all’attuale contratto nazionale l’aggiornamento è una opportunità per i docenti e non più un dovere".
Questo significa che le scuole potrebbero autonomamente decidere percorsi di formazione e aggiornamento anche finalizzati al raggiungimento delle competenze previste dall’art. 7, 5° comma, del decreto n. 59 (si tratta del passaggio relativo alla "apposita formazione" per i docenti incaricati di funzione tutoriale)?
"Certamente, non c’è dubbio: è esattamente la posizione che intendiamo portare al tavolo della contrattazione, non appena l’Aran si deciderà a riconvocarci. Deve però essere fermo un punto: qualunque iniziativa di formazione non può prevedere obblighi di partecipazione e non può preludere alla formale individuazione dei docenti tutor".