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Ultima chance per il sistema dei debiti, se non va si torna agli esami di riparazione

Quello che nelle intenzioni del ministro Fioroni doveva essere solo un avvertimento rischia di trasformarsi in un qualcosa di molto serio per il futuro della valutazione degli studenti degli istituti superiori: il mondo della scuola si trova infatti d’accordo con il ministro sull’inefficacia del sistema di recupero delle materie nelle scuole superiori incentrato sui debiti formativi; in molti pensano anche che sia il caso di riproporre i ‘vecchi’ esami di riparazione, d’inizio settembre, usciti di scena a metà degli anni Novanta per mano del ministro D’Onofrio. “Se le scuole non saranno in grado di attivare adeguate iniziative per combattere l’insuccesso scolastico potremmo decidere di ripristinare gli esami di riparazione”, aveva dichiarato Fioroni nei giorni scorsi dopo che un monitoraggio ministeriale ha messo in evidenza la scarsa propensione da parte delle scuole medie-superiori ad utilizzare i fondi destinati all’attivazione dei corsi di recupero. 
Favorevoli le reazioni degli addetti ai lavori. Secondo Massimo Di Menna, segretario generale della Cisl Scuola: “i corsi di recupero hanno registrato forti limiti in ragione dell’assenza di verifiche sul superamento dei debiti, non tanto per i limiti nella loro attivazione. Per questo il reintegro degli esami di riparazione nella scuola superiore potrebbe rappresentare un fatto positivo: andrebbe nella direzione giusta di dare più valore all’impegno e allo studio. 
Andrebbe però ben regolamentato in ragione della complessità dei processi di valutazione che gli insegnanti sono chiamati a svolgere in ragione di diversi parametri, primi fra tutti, impegno, crescita, acquisizione di conoscenze e competenze”. Anche per Giorgio Rembado, presidente dell’ Associazione nazionale dei dirigenti e delle alte professionalità, “l’attuale sistema di debiti è farraginoso, non funziona ed incentiva comportamenti elusivi rispetto alla serietà degli studi ed alla stessa etica civile che dovrebbe essere alla base del messaggio educativo complessivo della scuola. Se la via per abbandonare l’inefficace sistema di debiti è il ripristino degli esami di riparazione ben vengano: non saremo certo noi a scandalizzarcene”. 
Forti critiche al sistema dei debiti formativi pure dalla Flc-Cgil, che però non gradirebbe in ritorno degli esami riparatori d’inizio anno scolastico: ” Le iniziative gestiti con i fondi per gli ‘Idei’, che sovvenzionano i corsi di recupero sono oggettivamente in grande difficoltà. “La soluzione non può però consistere nel ripristino puro e semplice dei vecchi esami di riparazione, che a loro volta furono aboliti proprio perchè considerati inutilmente vessatori ed inefficaci. Non c’è alcuna formula salvifica da ripristinare e in ciò non siamo d’accordo con l’ipotesi ventilata dal ministro Fioroni di ripristino degli esami di riparazione. Quel che occorre fare è un monitoraggio serio per capire quali sono le ragioni per le quali le attività di recupero sono svolte in modo limitato ed intervenire per rendere possibile con gli opportuni strumenti anche di modifica ordinamentale ciò che oggi non si fa in molte situazioni. L’attuazione dell’obbligo di istruzione – conclude Panini – può essere l’occasione per aprire con le scuole questa riflessione”.
I primi a rendersi conto della scarsa efficacia dei debiti formativi sono gli insegnanti: un gruppo di docenti ha deciso di fare qualcosa di concreto avviando una petizione on line (all’indirizzo http://www.petitiononline.com/nodebiti/petition.html), rivolta sia al governo che al ministro Fioroni, con il preciso scopo di abolire il “sistema dei debiti e dei crediti – si legge nel documento – la cui introduzione ha costituito un grave danno per la scuola italiana, con gravi ripercussioni su tutto il sistema paese”. Assieme ai debiti, almeno secondo questi docenti, andrebbero eliminati anche i crediti: un sistema, quest’ultimo, su cui però viale Trastevere ha investito però tanto, anche nella recente riforma degli esami di stato, assegnando un punteggio maggiore alla maturità proprio agli studenti che negli ultimi tre anni delle superiori hanno partecipato ad attività, corsi e progetti scolastici ed extradidattici. Intanto por il prossimo anno si continua così come negli ultimi dieci anni. Anzi, il ministero ha fatto sapere che nel prossimo anno scolastico ad ogni classe di scuola superiore verrà assegnato uno stanziamento ulteriore di 300 euro per l’attuazione di corsi di recupero: sarà l’ultima chance per questo sistema di recupero?
Alessandro Giuliani

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