La politica di Renzi non è più tollerabile per la sinistra del Partito Democratico: se il premier non cambia linea, la scissione sarà inevitabile. Lo ha detto Rosy Bindi al Fatto quotidiano.
“O Renzi è disponibile a riaprire una fase di dialogo vero con il suo stesso partito per un ripensamento che ci riporti alle nostre origini uliviste oppure – dice la Bindi nell’intervista pubblicata il 9 agosto – è inevitabile che a sinistra di questo Pd nasca una forza di governo, non residuale. E il tempo a disposizione non è molto, le cose saranno già chiare a settembre con il percorso parlamentare delle riforme costituzionali”.
Per la Bindi anche “l’uscita di Napolitano sul Corriere della Sera – osserva quindi Bindi – è stata inopportuna. Non può supplire alla politica e deve rispettare di più Grasso. E Mattarella”.
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Quello di Rosy Bindi sembra un ultimatum: “non possiamo continuare a essere così schiacciati su proposte di centrodestra, dal lavoro alla scuola, dalla sanità al fisco”. Sulla possibilità di un accordo con Silvio Berlusconi dopo quello sulla Rai, “non mi meraviglierei – afferma Bindi -. Le intese sulla tv pubblica hanno sempre prefigurato accordi su altri piani. La cosa mi stupisce, però, perché sul Senato elettivo il fronte che si va consolidando mi pare ampio, al di là della pattuglia dei verdiniani. Nel merito dovremmo essere interessati, tutti, a una buona riforma; bisognerebbe tener conto dei costituzionalisti che osservano come il complicato processo legislativo di questa brutta riforma farebbe perdere ancora più tempo alla politica, vanificando l’obiettivo di una democrazia che decide”.
È difficile, è bene dirlo, che Renzi sia disponibile ad ammorbidire la sua linea: soprattutto perché, l’ala dei cosiddetti ‘bersaniani’ non è, numeri alla mano, indispensabile per raggiungere la maggioranza. Sia parlamentare che governativa.
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