Prima o poi doveva accadere: i tagli agli enti locali si ripercuotono negativamente sulle scuole. Sta accadendo a quelle superiori di Brindisi, che potrebbero fare da apripista.
La Provincia pugliese ha infatti comunicato al dirigente dell’ufficio scolastico territoriale di farsi da tramite con i presidi degli istituti di secondo grado: lo ha fatto con una lettera nella quale parla di “necessità e obbligo entro e non oltre il 31 marzo al subentro nei contratti per le utenze elettriche, idriche e fognarie e per il riscaldamento”.
La decisione scaturirebbe, si legge nella comunicazione, da una interpretazione letterale della normativa dell’amministrazione provinciale: a restare in capo all’ente locale pugliese sarebbe, sempre secondo la versione della Provincia di Brindisi, solo “la gestione dell’edilizia scolastica” che escluderebbe “le spese varie di ufficio e per l’arredamento”. Oltre che quelle, appunto, per “le utenze elettriche e telefoniche, per la provvista dell’acqua e del gas, per il riscaldamento e i relativi impianti”.
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L’accollo delle spese non è un fulmine a ciel sereno. Perché l’ente provinciale deve fare i conti con un progressivo taglio dei fondi a disposizione. Le ristrettezze economiche sono tali che nel volgere di 40 giorni, le scuole di competenza dovranno aver eseguito le volture dell’utenza, diversamente si procederà “al recupero delle somme anticipate sino al momento dell’effettivo subentro”. Insomma, se non è un ultimatum poco ci manca.
Il problema è che le scuole, mai come oggi, non sono in grado di far fronte a queste spese. I soldi per il “funzionamento”, infatti, sono davvero pochi: molti istituti non hanno infatti più possibilità di realizzare fotocopie, affrontare anche minute spese o riparazioni ordinarie. Tanto che, mai come quest’anno, i dirigenti scolastici si sono appellati alle famiglie perché versassero il contributo volontario.
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