Ultimi giorni di scrutini, questa settimana, per poi lasciare spazio agli esami di maturità, la prossima. Attraverso gli scrutini di fine anno i consigli di classe sono chiamati ad esprimere una valutazione sul percorso maturato da uno studente in questo anno scolastico rispondendo ad una semplice domanda: ha raggiunto una preparazione di base adeguata per frequentare con positività il prossimo anno scolastico? E nella risposta non basta fare la media matematica dei voti, ma cogliere il progress, perché in gioco vi è una valutazione formativa, come ci si esprime a scuola, e non solo sommativa. Differenza che dice la delicatezza del momento.
Ci sono alcuni presidi che, anche per le tante classi, scelgono di delegare ai coordinatori di classe la presidenza degli scrutini. E questa non è una scelta positiva. Perché un preside non è un mero burocrate dedicato solo agli aspetti logistici ed organizzativi di una scuola, ma, prima ancora, punto di riferimento formativo ed educativo di tutti i docenti, e di tutti gli studenti e genitori. È cioè la sua prima responsabilità. Quindi è tenuto a presiedere tutti gli scrutini. Perché gli scrutini, cioè le valutazioni, sono al contempo il modo più evidente che dice a tutti la qualità del nostro servizio pubblico.
In altre parole, valutando siamo valutati. Per cui non è cosa buona che un preside deleghi un coordinatore, visto che è suo compito quello di condurre gli scrutini, garantendo, se lo fa seriamente, anche l’equità nei e tra consigli di classe, in ragione anche di una circolare che i collegi docenti dovrebbero avere approvato a maggio sui criteri di conduzione e valutazione degli stessi scrutini. L’unica eccezione riguarda le scuole in reggenza, nel senso che nessuno ha il dono dell’ubiquità, per cui è giustificabile la delega, ma dopo adeguato addestramento degli stessi coordinatori per il vincolo dell’equità. Poi, resta fermo che le valutazioni sono proposte dai singoli docenti, ma è il consiglio di classe che deve deliberare, anche modificando, se ci sono le ragioni, alcune singole valutazioni.
Per questa ragione, durante gli scrutini è bene chiedere, in alcune situazioni, le valutazioni di un intero anno, e se i dubbi permangono, sospendere per un attimo lo scrutinio per vedere assieme i compiti ed i criteri di valutazione. Centrale qui deve essere la chiarezza sulla soglia della sufficienza. In alcuni casi sono imbarazzanti certe diversità di valutazione, compresa la nota che la sufficienza non può limitarsi a sottolineare il possesso mnemonico di qualche informazione, od il richiamo alla buona volontà come panacea di tutti i mali. Conta la conoscenza che si fa comprensione e capacità di rielaborazione.
Il preside, quindi, deve essere competente, autorevole, capace di esercitare il metodo democratico per mostrare come si costruiscono le decisioni. Anche gli scrutini, dunque, come scuola di democrazia, secondo metodo e merito. Ripeto, anche secondo merito. Sapendo, per chiudere, che il senso di un consiglio di classe è il valore della collegialità, la quale non è la mera somma algebrica delle singole individualità ed opinioni dei docenti. Ma un gruppo chiamato ad una responsabilità secondo competenza. Valutando si è dunque valutati. Ed il verbale deve registrare in modo trasparente le decisioni, e le ragioni delle stesse decisioni.
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