Sindacati in ordine sparso contro la manovra finanziaria e contro i tagli nella scuola.
Mentre Cobas, CUB e movimenti dei precari si preparano allo sciopero degli scrutini che inizierà il 7 giugno e proseguirà regione per regione con tempi e modalità diversi nei giorni successivi, Cisl-Scuola, Uil-Scuola e Snals (ma quanto prima si potrebbe aggiungere anche la FGU- Gilda) annunciano per il 15 giugno una propria manifestazione per protestare contro le misure contenute nella manovra finanziaria.
Il 3 giugno a Firenze è prevista una manifestazione del tutto unitaria (una delle poche, per la verità) con i confederali della scuola affiancati dalla FGU-Gilda.
Il 12 giugno, invece, la Cgil sarà in piazza a Roma con i segretari generali della Funzione pubblica e della Flc.
Il tentativo di tutti, ovviamente, è quello di ottenere qualche significativa correzione in fase di conversione in legge, dal momento che il decreto approvato (e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 31 maggio) dovrà essere esaminato dai due rami del Parlamento prima della fine di luglio.
La Cgil ha annunciato anche uno sciopero nazionale per la fine di giugno (la data più probabile è quella del 25), mentre la Flc, per parte sua, continua a andare avanti con un proprio programma di iniziative: a partire dal 3 giugno ci saranno occupazioni simboliche degli Uffici scolastici regionali e di quelli provinciali.
In periferia, però, non tutti sono d’accordo sui gesti simbolici, e così, a Milano, la Flc-Cgil ha deciso di proclamare uno sciopero di un’ora per i giorni 14 e 15 giugno, riservato però solamente ai docenti delle scuole superiori.
Alcuni punti della piattaforma rivendicativa milanese si sovrappongono con le richieste dei precari: utilizzo degli esuberi sulle scuole di provenienza per la realizzazione di progetti qualificati, assunzione su tutti i posti vacanti e disponibili, mantenimento in servizio a partire dal 1° settembre 2010 di tutto il personale precario che già ora sta lavorando.
E, sempre a Milano, la Flc fornisce dati allarmanti: mentre gli alunni delle scuole primarie dell’intera provincia rappresentano il 42% del totale regionale, il taglio sugli organici arriva al 58% e dunque penalizza in modo ingiustificato il capoluogo lombardo e il suo hinterland.
A Bologna, invece, la FGU-Gilda, sotto la spinta di centinaia di propri iscritti (soprattutto precari) ha dato il via libera allo sciopero degli scrutini.
La frammentazione, insomma, è notevole ed è difficile formulare previsioni sull’esito delle diverse iniziative. Un primo bilancio si potrà fare fra una settimana.
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