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Ultimo giorno di scuola dopo più di quarant’anni, una maestra: “Arrivavo ogni giorno in classe cantando”

In questi giorni si conclude l’anno scolastico e per molti docenti è ora di salutare i propri alunni prima di andare in pensione. Questo è il caso di una maestra di religione di Milano, che ha raccontato a La Repubblica alcuni dettagli sul suo ultimo giorno di lavoro e sulla sua lunga carriera.

Quella dell’otto giugno è stata per la maestra l’ultima di 8600 campanelle ascoltate lungo 43 anni scolastici, quasi 30 nella stessa scuola. I bambini che ha incontrato in questi anni sono più di duemila. “Lascio con tristezza questo lavoro, che per me è sempre stato soprattutto una passione. Ho sempre cercato di accogliere e di donare un sorriso a tutti e se per qualcuno non è stato così chiedo scusa – ha scritto sul gruppo Facebook ‘Sei di Greco Milanese se’ – Un abbraccio e un grazie ai tantissimi genitori che ho incontrato nel mio cammino. Grazie soprattutto ai miei colleghi che con le loro diversità hanno dato colore e calore alle mie giornate”.

“La scuola mi mancherà molto”

“In un passo biblico a cui sono particolarmente legata si dice che c’è un tempo per ogni cosa e per me era ormai tempo di cambiare, ma la scuola mi mancherà molto. Il momento più commovente della giornata è stato quello in cui i genitori dei miei alunni mi hanno consegnato un libro realizzato a mano dal titolo ‘Il colore dei ricordi’. Contiene circa 200 pensieri e disegni dei miei alunni. Non volevo piangere, ma lì ho vacillato”, ha raccontato.

“Il ricordo più bello è legato a una bambina che non è mai stata formalmente una mia allieva perché io insegnavo religione e lei non frequentava le mie ore. Eppure alla fine della quinta mi ha detto: ‘Maestra, non dirlo a nessuno, ma sei tu la mia preferita’. Ci eravamo conosciute durante le attività natalizie, quando insieme ai bambini di quarta e quinta preparavo ogni anno le decorazioni per abbellire le finestre di tutte le aule”, ha aggiunto, raccontando un aneddoto.

La docente dice che ogni giorno arrivava a scuola cantando. “Si dice: ‘Fai quello che ami e non lavorerai un giorno in vita tua’. Ecco, per me è stato proprio così”, ha spiegato. “Io incontro sempre qualche ex alunno o genitore con cui chiacchierare, dato che abito non lontano dalla scuola. Talvolta poi capita che il genitore sia anche ex allievo, perché ho insegnato a più generazioni. In quei casi era divertente ascoltare le domande dei bambini: ‘Papà era bravo a scuola?’. Ovviamente rispondevo sempre di sì. Una brava maestra è spesso depositaria dei segreti dei suoi alunni e non li tradisce mai”.

In decenni di insegnamento, il mondo è cambiato, ma “l’entusiasmo dei bambini è rimasto lo stesso e questo è molto confortante – ha commentato – Certo, vanno stimolati. Nel lungo periodo del Covid e della Dad, realizzavo brevi video con pensieri e immagini per far sentire loro la mia vicinanza. Dal punto di vista tecnico non erano perfetti, ma loro li adoravano”.

Quando il legame docente-alunni è forte

Ieri ha donato a tutti i propri alunni un segnalibro con la frase “Continua a coltivare il meraviglioso fiore che è in te” e l’immagine di un girasole: “I più piccoli mi hanno guardato un po’ straniti: ‘Maestra, io non sono un fiore’, mentre con i grandi è stato semplice far arrivare il messaggio. Mi hanno promesso tutti che lo conserveranno. Volevo che avessero un ricordo del tempo trascorso insieme”, ha concluso.

Si tratta dell’ennesima storia toccante di cui si ha notizia in questi giorni, dopo quella relativa alla classe che ha ricreato la famosa scena del film “L’attimo fuggente” per salutare una docente o quella relativa ad un’altra classe che ha fatto una sorpresa ad una docente prossima alla pensione.

Redazione

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