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Ultimo giorno di scuola, il preside vieta i pantaloncini corti e bermuda pure ai docenti: diano il buon esempio

In corrispondenza del termine delle lezioni è ormai quasi una prassi leggere delle circolari dei dirigenti scolastici che stoppano l’utilizzo, da parte degli studenti, dei pantaloncini corti, anche fino al ginocchio. Mettendo quindi il disco rosso anche ai bermuda.

Stop anche agli alunni di sei-sette anni

Solo che stavolta il divieto non riguarda una scuola superiore, ma degli alunni della primaria (quindi anche di sei-sette anni) e delle secondaria di primo grado (fino a 13-14 anni). E, aspetto forse ancora più curioso, anche i loro docenti.

Si esortano alunni e docenti, che sono invitati a dare il buon esempio a indossare – si legge nella circolare – un abbigliamento consono e rispettoso del comune decoro, niente pantaloncini corti e, durante tutto il periodo delle attività, didattiche e non, previste all’interno dei locali scolastici”.

Per maestri e professori, quindi, il messaggio è chiaro: niente bermuda nemmeno in occasione degli esami finali degli alunni, ma anche degli scrutini e del Collegio dei docenti di fine anno.

Secondo il quotidiano Il Gazzettino, la comunicazione, diffusa dal preside di un istituto comprensivo del trevigiano, avrebbe creato malumori tra molti genitori. Però non tutti hanno storto la bocca.

La scuola è pur sempre un’istituzione

“Si tratta semplicemente di una questione di rispetto, la scuola è sempre un’istituzione”, ha detto una mamma pro-circolare.

“È ritornata la preistoria” commenta invece l’ex sindaco di Resana, Loris Mazzorato, ora in veste di madre di un alunno.

Un altro genitore è ancora più diretto nell’espressione: “è una vergogna. Io continuo a mandare i ragazzi in pantaloncini corti. Posso capire alle superiori dove, magari si mettono i pantaloncini tipo perizoma, ma alle elementari con la temperatura a 35 gradi, vietare anche gli short fino al ginocchio è da dittatura”.

Di reazioni da parte di maestri e docenti, invece, sinora non c’è traccia. Almeno a livello pubblico.

Il problema è mondiale, ma c’è chi dice sì

Non è la prima volta che si parla di questo argomento. Inoltre, le regole sull‘abbigliamento decoroso vigono anche in altri Paesi, soprattutto in Europa.

Dall’altra parte del mondo, però, le cose non vanno sempre così: qualche istituto, addirittura, decide non solo per la tolleranza, ma va addirittura controcorrente.

Nelle scuole pubbliche di Alameda, una cittadina non lontana da San Francisco, ad esempio, le commissioni che si occupano delle regole scolastiche si sono trovate d’accordo nel di dare il via libera alle minigonne ‘inguinali’, alla pancia scoperta, ai jeans strappati e persino al pigiama.

Alessandro Giuliani

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