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Ultimo giorno di scuola, per molti è già scoccato: poi esami finali e piano estate, cosa dobbiamo aspettarci?

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Per molti studenti un altro anno scolastico è già alle spalle: il 6 giugno è stato infatti l’ultimo giorno di scuola per tutti quegli allievi che frequentano istituti scolastici dove i locali saranno utilizzati come seggi elettorali sabato e domenica prossimi in occasione del rinnovo del Parlamento europeo (in qualche caso anche per le contestuali elezioni amministrative e regionali). Poi ci sono tutti gli studenti di Emilia-Romagna, Marche e Valle d’Aosta, dove la fine delle lezioni era fissata da un anno proprio il 6 giugno.

Per gli altri alunni, comunque, l’ultima campanella suonerà a breve: il 7 giugno in Puglia e in Sardegna; il giorno dopo in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lazio, Umbria, Veneto, Lombardia, Molise, Piemonte, Sicilia; lunedì 10 giugno si chiuderanno le lezioni in Toscana, ventiquattr’ore dopo nella provincia di Trento l’11; il 14 giugno, infine, nel territorio di Bolzano.

Per le ultime classi delle scuole medie sarà comunque presto tempo di esami finali, nella seconda decade di giugno. Mentre quelli di maturità avranno prenderanno il via il 19 giugno alle ore 8.30 con la prima prova scritte e la seconda a seguire il giorno successivo.

Tra metà luglio e fine agosto nelle scuole superiori sono infine previsti gli esami e gli scrutini per gli studenti che hanno fatto registrare uno o più debiti formativi. Poi, veramente, l’anno scolastico 2023/24 potrà dirsi concluso.

Diverse scuole, tuttavia, quest’anno non si fermeranno nemmeno in estate: come avviene da qualche anno, già a giugno partiranno corsi di tanti tipi, comprendenti attività di inclusione, socialità, ricreative, di formazione.

I progetti di questa estate e della prossima, che gli istituti scolastici hanno potuto chiedere di attivare fino al 31 maggio scorso, hanno potuto contare su uno stanziamento di 400 milioni di euro: si tratta di 80 milioni di euro in più rispetto al progetto del precedente biennio.

Da alcune stime ufficiali dovrebbero coinvolgere fino ad 1,3 milioni di studenti: destinatari e durata dei percorsi, scrive l’Ansa, potranno essere ulteriormente ampliate dalle scuole grazie ad accordi con enti locali, università, organizzazioni di volontariato e del terzo settore, associazioni sportive e le stesse famiglie, sull’esempio delle migliori pratiche già sviluppate in base all’autonomia scolastica.

I 400 milioni, che fanno capo al Programma nazionale “Scuola e competenze 2021-2027”, permetteranno di sostenere progetti che prevedono attività ricreative, sportive, musicali, teatrali, a tema ambientale ma anche di potenziamento disciplinare e, più in generale, tutte quelle iniziative che favoriscono l’aggregazione, l’inclusione e la socialità.

Inoltre, le scuole potranno, in aggiunta ai 400 milioni stanziati, utilizzare ulteriori fondi per i progetti estivi, attingendo ai 750 milioni Pnrr del contrasto alla dispersione scolastica e al superamento dei divari territoriali e ai 600 milioni Pnrr per azioni di potenziamento delle competenze Stem.

Gli insegnanti che decideranno di aderire su base volontaria ai progetti potranno essere remunerati comunque attraverso risorse disponibili per i moduli didattici attivati, oltre che con i fondi Pon e del Pnrr anti dispersione scolastica.

E le scuole potranno ulteriormente arricchire l’offerta del Piano Estate, singolarmente o in rete tra loro, grazie alle alleanze tra la scuola e il territorio, gli enti locali, le comunità locali, le Università, le associazioni sportive, le organizzazioni di volontariato e del terzo settore, nonché attraverso il coinvolgimento attivo delle famiglie e delle loro associazioni.

I progetti strutturati sulla base di accordi e convenzioni, nel rispetto delle competenze di ciascun attore, in particolare per quanto riguarda le prerogative degli enti locali proprietari degli edifici scolastici, potranno prevedere che siano le stesse scuole a gestire le attività oppure che siano gli enti locali o altri soggetti del territorio a organizzarle e gestirle all’interno degli edifici scolastici, in alcuni casi anche con un contributo delle famiglie.