Attualità

Umiliazione, Giuliani: “Non è mai educativa. Valditara si è corretto, ma rimane un segnale importante” – PODCAST

Intervenuto a Radio Cusano Campus, nel consueto angolo del direttore, Alessandro Giuliani, direttore della Tecnica della Scuola, ha fatto il punto sulla stretta attualità a proposito di scuola. La tematica principale della puntata è stata, come era prevedibile, l’umiliazione, questione scomodata dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

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Da una scuola affettuosa ad una scuola “umiliante”?

Ecco cosa ha detto in merito il nostro direttore Giuliani: “Abbiamo assistito a diverse esternazioni del ministro Valditara, quella che ha fatto più discutere è stata quella relativa all’umiliazione. Si tratta di un qualcosa che è rientrato: lo stesso ministro ha spiegato di aver espresso un concetto sbagliato. Siamo stati anche al convegno Anp, dove Valditara ha avviato il discorso dei lavori socialmente utili”.

“Al momento la normativa prevede la sanzione da parte della scuola nei confronti di un ragazzo che si comporta in modo aggressivo o violento al massimo per quindici giorni. Oltre questo lasso di tempo la scuola produce un’espulsione, il ragazzo viene abbandonato un po’ a sé stesso. Su questo si innesta la proposta di Valditara, che non vuole che i ragazzi rimangano a casa, senza far nulla, o diventino neet”, ha aggiunto, cercando di circoscrivere le parole del ministro.

“Detto questo rimane il fatto che Valditara ha rimarcato il concetto di umiliazione, che non è educativa ma comporta quasi sempre un aggravamento della situazione, del malessere del ragazzo. Su questo il ministro si è corretto. Rimane comunque un segnale importante che il capo del dicastero di Viale Trastevere vuole dare: l’importanza del rispetto delle regole, evitare a tutti costi che sorgano comportamenti errati o sbagliati. Ogni scuola dovrà quindi rivedere i propri regolamenti se dall’alto arriverà un inasprimento delle pene in chiave di recupero”, ha concluso Alessandro Giuliani, che crede che comunque le parole del ministro siano indicative del cambio di passo del dicastero.

Redazione

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