Il mondo della scuola è ancora una volta in subbuglio, per via dell’ennesimo caso di un genitore che per prendere le difese del figlio si scaglia fisicamente contro docenti e dirigenti scolastici. Stavolta, farne le spese è stato il vice preside della scuola media ‘Murialdo’ di Foggia, colpito sabato 10 febbraio alla testa e all’addome da pugni dati dal padre un alunno che il giorno prima era stato rimproverato: condotto all’ospedale, i sanitari lo hanno dimesso con un mese di prognosi. L’alto numero di casi comincia a porre qualche dubbio sull’alleanza che dovrebbe innescarsi tra le due figure chiave della scuola – docenti e genitori – per permettere una serena crescita formativa degli studenti.
Quello che in gergo scolastico si chiama ‘patto di corresponsabilità’ sembra, in un numero non più residuali di casi, sempre più un concetto, prima ancora che un contenuto incluso nei Ptof di tutti gli istituti scolastici, in discussione, se non in crisi.
“Quelli di Foggia sono fatti gravi. La violenza fisica o verbale non è mai tollerabile. E lo è ancor meno quando si verifica all’interno di una scuola”, fa sapere la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, che ha fatto anche sapere di aver contattato l’insegnante per manifestargli la propria vicinanza e quella del Miur.
La scuola, ha aggiunto la Fedeli, è “il luogo dove alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi dobbiamo insegnare il rispetto dell’altro, la convivenza civile. Tutti temi su cui la comunità educante sta facendo sforzi enormi. Le famiglie sono una parte importante di questo lavoro educativo e sconvolge pensare che un genitore possa entrare in una scuola e compiere atti simili”.
“Sono fatti che danneggiano profondamente il rapporto scuola-famiglia, che interrompono bruscamente la corresponsabilità educativa e che vanno condannati con forza”.
“In questi mesi abbiamo lavorato per rimettere al centro l’alleanza educativa fra scuola e famiglie e rilanciare la figura dell’insegnante. Sono temi urgenti. Che non vanno sottovalutati”, ha concluso la ministra.
“Siamo tutti sotto shock e spaventati. Se ci affidano i loro figli è perché devono avere fiducia in noi”, ha detto all’Ansa Ida Lasalandra, dirigente dell’istituto scolastico ‘L.Murialdo’ di Foggia, dove il 12 febbraio si è tenuta una riunione straordinaria del Consiglio di istituto.
“La scuola è chiusa per le festività di carnevale ma tutti i docenti si sono in pratica autoconvocati – racconta la preside – per discutere di quanto avvenuto, ma tutti i docenti di Foggia si stanno confrontando sull’accaduto e intendono sensibilizzare l’opinione pubblica perché non accadano mai più fatti del genere”.
Secondo il sindaco di Foggia, Franco Landella , quanto accaduto è “un episodio inaccettabile che va condannato ‘senza se e senza ma'”.
Per il primo cittadino, “la comunità cittadina e quella scolastica sono particolarmente scosse da questo grave episodio, che ripropone con forza il tema del rispetto verso l’istituzione Scuola ed il corpo docente, che riveste un ruolo molto importante nella formazione dei nostri ragazzi. A nome personale e dell’Amministrazione comunale esprimo vicinanza e solidarietà al vicepreside, assalito in modo incivile solo per aver fatto il suo dovere, e a tutti i docenti dell’istituto, entrati nel mirino di chi crede di poter risolvere le controversie con la violenza e la prepotenza”.
A prendere posizione è anche la dirigente scolastica Gabriella Grilli, referente della Scuola Polo di Formazione di Foggia – Ambito 13, l’insieme di tutte le scuole di ogni ordine e grado del capoluogo pugliese: “Le Scuole di Foggia, unite, denunciano il degrado della considerazione sociale non solo degli insegnanti, ma dell’istituzione scolastica in generale. Di fatto, nella società attuale la figura del docente e la stessa Scuola sono percepiti come poco autorevoli e non come espressione diretta di un sistema formativo che rappresenta lo Stato”.
Grilli esprime, a nome personale e di tutte le Scuole di Foggia, “piena solidarietà e vicinanza per la vile aggressione al primo collaboratore del Dirigente scolastico della Scuola Murialdo”.
“E’ trascorso solo un mese da un episodio analogo occorso ad un docente di una Scuola di Avola (Siracusa) – si legge nella nota – ed è evidente, dunque, che siamo di fronte ad un problema che non è solo educativo, ma socio-culturale”.
“Assistiamo, infatti, – continua la preside – a numerosi episodi sempre più sconcertanti di aggressione messi in atto da studenti e/o genitori nei confronti degli insegnanti, e ciò è sintomatico dello scadimento della figura docente a causa della decrescente considerazione sociale del docente stesso da parte dei suddetti soggetti”.
“Questa scarsa percezione consente a taluni genitori, che hanno già di per sé una certa familiarità con un’interazione sociale verso l’aggressività, di esternarla con estrema facilità verso un insegnante per il solo fatto che questi, per fini educativi, muova dei rimproveri verso uno studente. Tali episodi – continua Grilli -, giova ricordarlo, vengono perpetrati in danno di soggetti che, per il ruolo, rivestono anche la funzione di pubblici ufficiali e ciò rende ancor più grave l’offesa, sia sotto il profilo sociale che giuridico”.
“Il genitore che esercita un comportamento aggressivo verso qualunque persona dell’Istituzione scolastica attira lo sguardo di un figlio che ha capito che l’aggressività è la forma vincente di interazione sociale. E questo sarà inevitabilmente un boomerang che travolgerà di lì a poco lo stesso genitore e la società tutta”, conclude la ds.
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