I lettori ci scrivono

Un anno all’insegna della “mobilità” insostenibile: dai banchi con le rotelle ai “precari della pandemia”

Sulla riapertura di settembre si addensano nubi fosche, anche se, qualunque cosa accadrà, i vertici del MIUR rassicureranno il Paese, affermando che tutto è andato bene e che andrà tutto bene.

La categoria dell’ “ottimismo idiota” è contemplata dalla psicologia cognitiva e ben si addice ad una ministra che considera positivo tutto quello che ella stessa fa, anche la scelta dei famigerati “banchi con le rotelle”, assurti a motori primi di una nuova didattica e non considerati per ciò che realisticamente saranno e cioè mezzi di locomozione impropri per adolescenti irrequieti. Oggi apprendiamo che alla gara bandita per 3 milioni di banchi monoposto con o senza rotelle parteciperanno ben 14 aziende. Andrà tutto bene, ma soltanto per i fortunati vincitori della gara.

Il Sole24Ore accosta opportunamente la notizia delle quattordici aziende che hanno risposto al bando voluto da Arcuri alle assunzioni nella scuola per l’anno che inizierà a settembre. Secondo la principale testata economica del Paese, le assunzioni somigliano “al classico pozzo di San Patrizio”, quello che non ha fondo. Le cose, però, ci sembra stiano in maniera diversa: come i banchi con le rotelle, anche queste assunzioni soffrono di eccesso di mobilità. Abbiamo già commentato la norma presente nel Decreto “Rilancio” che prevede l’assunzione fino al 30 giugno di cinquantamila unità di personale, tra docenti ed ATA, assunzioni revocabili senza indennizzo in caso di nuovo lockdown e ritorno alla didattica a distanza. Per questa nuova forma di precariato sono già stati stanziati 977 milioni ed attendiamo di vedere l’Ordinanza relativa, annunciata dalla ministra, per capire bene come avverrà la selezione del fortunato personale cui toccherà una nuova forma di precariato, quella dei “licenziati per lockdown”. Intanto, Azzolina anticipa trionfalmente l’arrivo di nuovi fondi con il Decreto Agosto.

Ora, bisogna proprio essere ottimisti oltre ogni dire e, parallelamente idioti, per non vedere che, con la scuola, si sta procedendo in retromarcia. Invece di mettere in campo provvedimenti strutturali per edifici ed attrezzature, si buttano via soldi in arredi ; invece di mettere in campo un piano di assunzioni sensato per settembre, si amplifica la già vasta ed abnorme area del precariato, introducendo il precario licenziabile per pandemia. Effettivamente, ne sentivamo la mancanza. Invece di agire per tempo, si esce a Luglio avanzato con un’Ordinanza per la formazione delle Graduatorie provinciali per le supplenze che ha avuto l’effetto di spingere sull’orlo di una crisi di nervi migliaia di operatori sindacali, alle prese con l’inserimento dei dati degli aspiranti. Però, forse si tratta di coerenza stilistica: anche nel caso delle GPS cogliamo una netta preferenza ministeriale per la “mobilità”. Qua non sono le rotelle a farla da padrone ma la ridda di cambiamenti che, sino ad oggi, ci ha accompagnato nell’inserimento di titoli e servizi. Errori, imprecisioni, ambiguità presenti su Istanze Online ci hanno fornito l’idea di un mondo in perenne divenire, in cui tutto scorre, anche le casellette da sbarrare, che oggi sono diverse da quelle di ieri.

Le più di 760.000 domande inserite per le GPS, in ogni caso, dovrebbero essere per il Governo un campanello di allarme sociale. Non abbiamo dati sull’età media degli aspiranti ma siamo certi che non sia bassa. Questo vuol dire che in Italia vi è una sacca enorme di disoccupazione intellettuale ad alta qualifica. E vuol dire anche che questa massa considera appetibile un lavoro difficile e poco apprezzato socialmente, retribuito con 1.400 euro al mese.

Mettano insieme questi elementi, i nostri governanti: da un lato stanno impiegando soldi (nostri) per interventi estemporanei, dall’altro affrontano il problema delle assunzioni incrementando la precarietà e preferendo mettere in cattedra, ancorché a tempo limitato, personale che non ha esperienza di lavoro. Sarebbe bastato evitare un inutile concorso straordinario e stabilizzare il precariato storico, riservandosi il perfezionamento dell’assunzione a tempo indeterminato alla fine dell’anno scolastico 2020-2021. Invece no: la ministra che ci tiene al “merito” preferisce far lavorare (in modo precario, va da sé) gli studenti universitari o personale avventizio che accetti di essere licenziabile in caso di epidemia. Con quale attenzione per una buona didattica e migliori condizioni di lavoro per il personale tutto, lasciamo a i lettori il giudicarlo.

Giovanna Lo Presti – Cub Scuola

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