A partire dal 5 marzo 2020, le studentesse e gli studenti di tutto il Paese hanno smesso di frequentare come prima le scuole e le università: dapprima una chiusura totale fino a settembre, poi un’apertura parziale e saltuaria.
“Nessuno immaginava che a distanza di un anno più della metà degli studenti e delle studentesse del Paese ancora non possono andare a scuola in presenza. In quest’ultimo anno abbiamo vissuto le lezioni in DAD, la mancanza del contatto con le nostre compagne e compagni di scuola, il non poter vivere la socialità, le conseguenti difficoltà psicologiche, un esame della maturità tutto diverso” spiegano gli studenti dell’Unione degli Studenti.
“Durante quest’ultimo anno abbiamo lottato e chiesto una maggior attenzione alla scuola: garantire realmente il diritto allo studio a fronte di un rischio di abbandono scolastico di 34mila studenti (fonte: ipsos-Save the Children), fornire supporto psicologico alle studentesse e studenti che molto hanno sofferto durante questo ultimo anno, un rientro in sicurezza attraverso investimenti sui trasporti locali e l’edilizia scolastica” continuano.
“Non diversa è la situazione delle Università” aggiungono gli studenti universitari di Link – Coordinamento Universitario. “Da ormai un anno le studentesse e gli studenti non possono tornare a fare lezione in presenza e, per ogni nuovo decreto, le Università, come le scuole, sono le prime a chiudere. Didattica a distanza, investimenti insufficienti per colmare il digital divide e per estendere le borse di studio, pochi posti in residenza universitaria sono le maggiori difficoltà che hanno vissuto le studentesse e gli studenti universitari in questi mesi, che per molti ha comportato un forte ritardo nel completamento degli studi”.
“In questi mesi si sarebbe potuto fare per scuole e Università, mettendo tutte le risorse necessarie per garantire un rientro in sicurezza e per ripensare la didattica, rendendola più inclusiva, interattiva e critica. La verità è che la scuola e l’Università non sono una reale priorità per i Governi, sono infatti sempre state le prime a chiudere e le ultime a riaprire e a distanza di un anno siamo ancora punto a campo, con poche certezze e tanta confusione. Crediamo sia inaccettabile una linea politica di questo tipo: serve invertire la rotta subito, abbiamo aspettato un anno ed è troppo” concludono gli studenti di Unione degli Studenti e Link – Coordinamento Universitario.