Un fatto che molti hanno giudicato increscioso: un bambino è stato escluso da una scuola in lingua tedesca in Alto Adige perché non ha dimostrato di conoscere bene l’idioma in questione in un test. Questa situazione ha creato un polverone; molti si domandano se sia giusto usare questi criteri di ammissione.
A riportare la vicenda è La Stampa. Ad interessarsi alla questione è stato il capogruppo di FdI in Commissione affari costituzionali della Camera Alessandro Urzì, che la considera ai limiti della costituzionalità: “Il caso dell’esclusione da una scuola in lingua tedesca della provincia autonoma di Bolzano di un bambino, a seguito di un test linguistico, entra in contrasto con i principi costituzionali che prevedono l’erogazione dell’educazione scolastica senza limiti e non condizionati da alcun test preventivo ed appare grave che ciò sia avvenuto nell’ambito di una scuola dell’obbligo”.
A quanto risulta le scuole tedesche in Alto Adige sono molto gettonate anche da chi non parla la lingua. Anche il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è stato tirato in ballo: “Mi sono per questo rivolto al ministro per l’istruzione e il merito Valditara per sollecitare una profonda riflessione anche a livello nazionale su quanto accaduto e per accertare responsabilità e conseguenze di questo atto”, ha continuato Urzì.
Secondo quest’ultimo non si possono adoperare dei test linguistici per accettare o meno l’iscrizione di un alunno in una scuola. “Apprezzabile che lo stesso assessore altoatesino alla scuola in lingua tedesca Philipp Achammer abbia dichiarato inammissibile la procedura seguita. Il tema in ogni caso fa seguito alla richiesta, anche questa irricevibile, posta dall’assessore Ramoser della Svp al Comune di Bolzano di test di accesso generalizzati per i bambini di lingua italiana che richiedano le iscrizioni nelle scuole in lingua tedesca”, ha aggiunto.
Ecco cosa propone Urzì: “Il tema è impegnarsi affinché siano le scuole in lingua italiana a garantire la più ampia offerta di insegnamento in lingua tedesca offrendosi come luogo di educazione per la formazione completa sul piano anche plurilinguistico degli alunni garantendo la piena risposta a tutta la domanda. In questo senso l’appello al ministro Valditara per studiare di concerto con le autorità locali la più ampia formazione e reclutamento di personale docente plurilingue adeguato alla richiesta altoatesina”.
La scuola altoatesina è finita nuovamente sotto i riflettori dopo il dibattito che si è scatenato a proposito della possibilità di abolire i voti sotto il quattro, così come ha proposto Philipp Achammer, assessore provinciale alla scuola in lingua tedesca, che si è scagliato contro la pratica di assegnare voti bassi agli studenti in pagella.
“Non hanno alcun valore educativo e pedagogico”, ha spiegato Achammer, che ha acceso un vero e proprio dibattito sul tema delle valutazioni degli studenti a scuola. Secondo quanto emerso da un sondaggio della Tecnica della Scuola, due docenti su tre non sono d’accordo con la proposta di non assegnare in pagella voti inferiori al quattro, perché non sarebbe una pratica educativa.
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