Il concorso per il reclutamento dei 2416 Dirigenti Scolastici bandito con decreto Direttoriale pubblicato nella Gazzetta ufficiale n° 90 del 24/11/2017, si sta svolgendo nel caos più totale.
Anche se da un’analisi più approfondita si potrebbe arrivare a concludere che è incostituzionale, poiché non prevede una soglia minima per il superamento della prova preselettiva ma si “affida ad un calcolo senza criterio di logica (il triplo dei posti messi a disposizione)” per la definizione della soglia minima di ammissione alla prova scritta.
La data individuata dal MIUR, il 23 Luglio, inoltre è risultata per molti candidati una data non propria adeguata in quanto non consentiva idonea preparazione per mancanza di tempo, in quanto molti docenti erano impegnati fino a qualche giorno prima nelle commissioni degli esami di stato, una petizione indirizzata al Ministro dell’istruzione firmata da circa 17.000 candidati che ne chiedeva il rinvio è rimasta inascoltata.
Ad oggi non è chiaro il criterio d’assegnazione delle sedi aula/candidato della prova preselettiva (singolare è il “caso Puglia”).
Lo svolgimento della prova preselettiva ha registrato numerosi malfunzionamenti delle postazioni informatiche: black out, malfunzionamenti software con risposte non memorizzate correttamente, quesiti errati, ambigui, malformulati, non attinenti al profilo di Dirigente Scolastico che si doveva selezionare, report finale che in alcune sedi veniva visualizzato mentre in altre no, documento di votazione d’aula consegnato ai candidati in alcune scuole e in altre no.
La soglia per superare tale prova, individuata a posteriori in 71,70 punti, è ben oltre la sufficienza e ben oltre anche quanto previsto per il superamento della prova scritta.
Una prova preselettiva che ha portato a tanta rabbia e delusione e a quasi duemila ricorrenti.
La prova scritta si è svolta il 18 Ottobre 2018, in violazione dell’art. 5 del Decreto Dipartimentale del 24/07/2018, con cui si pubblicava l’elenco degli ammessi “Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, entro 120 giorni, per i soli vizi di legittimità, ovvero ricorso giurisdizionale al T.A.R. Lazio entro 60 giorni decorrenti dalla pubblicazione sul sito internet del Ministero”.
Non solo non sono stati rispettati i tempi (120 giorni) per il ricorso al Presidente della Repubblica ma neanche quelli per il ricorso al T.A.R. (60 giorni) perché si deve tener conto del periodo di sospensione dell’attività giudiziaria (mese di Agosto).
Dai tribunali ci si aspetterebbe che a tanta ingiustizia vi si ponga rimedio. Invece ci siamo trovati di fronte a sentenze diversificate, infatti non tutti i ricorrenti pur trovandosi nella stessa situazione hanno potuto svolgere la prova scritta.
Dalle tante sentenze emanate sono emersi i tanti errori nella procedura concorsuale, che nelle udienze di merito potrebbe portare all’annullamento dell’intera procedura concorsuale.
Tra le altre irregolarità da segnalare, la prova scritta si è svolta non rispettando l’art. 8 comma 2 del bando che prevedeva che la prova doveva essere unica su tutto il territorio nazionale, invece causa “allerta meteo” nella regione Sardegna la prova con decreto dell’USR Sardegna veniva rinviata a data da destinarsi e successivamente fissata al 13 Dicembre.
Altre irregolarità verificatesi, dopo la prova scritta molti candidati lamentano che le loro risposte non sono state memorizzate trovandosi una schermata bianca alla fine della prova, mentre altri lamentavano che non avevano possibilità di rileggere il quesito al quale rispondere, a queste problematiche da aggiungersi ancora i numerosi black out, i malfunzionamenti delle postazioni informatiche, la disparità di trattamento nell’utilizzo del codice delle leggi e del CCNL, dove le diverse commissioni non hanno adottato criteri omogenei.
Dopo lo svolgimento della prova scritta vi è stata un’interrogazione parlamentare chiedendo l’annullamento della prova per disparità di trattamento tra i candidati.
Chiediamo che vi si ponga rimedio alle tante disparità ammettendoci alle fasi successive del concorso oppure che si ripetano le prove oggetto di violazione, e che nelle stesse vi sia trasparenza e chiarezza in quanto uno stato deve garantire la parità di trattamento dei suoi cittadini, oppure l’annullamento dell’intero concorso viziato da troppe irregolarità che difficilmente potrebbero essere “sanate” senza generare ulteriori malumori.
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